sabato 7 giugno 2008

sassi suoi

c’è un mio amico che fa un lavoro serio e complicato. uno di quei lavori che ti porti a casa la sera, che magari non ci dormi perché che ti butta nella pancia un sacco di responsabilità. lo fa un po' a modo suo, ma lo fa bene. sta male come un cane, si fa delle menate pazzesche, ma poi lo fa bene. ogni tanto dice che vuole scappare nella foresta o a fotografare le balene, ma per adesso è ancora qui.
il mio amico è uno che piace molto alle ragazze perché, dicono, “è inafferrabile”. naturalmente per l’unica, o quasi, che nella vita l’ha trattato male s’è preso una sbandata micidiale. l'unica vive lontano e lui non la vede mai. e forse proprio in quanto incarnazione di una grande assenza, l'unica è diventata una specie di ossessione: è più giovane, fa il lavoro che forse lui avrebbe voluto fare, gli ha detto cose stronze, probabilmente sta insieme a qualcun altro.
qualche tempo fa il mio amico se ne va da solo al mare e, come al solito, la pensa. in spiaggia raccoglie un sassolino e lo porta a casa per regalarglielo. vuole dirle che, pensandola, l’ha visto e l’ha raccolto. alla fine di regalarle il sassolino non c’è nemmeno l’occasione. qualche tempo dopo (forse un anno) torna al mare e rimette il sassolino esattamente nel posto dove l’ha trovato, sperando di rimettere a posto, insieme al sasso, anche qualcos’altro nella sua testa frullante.

adesso, io non lo so se frulla ancora - gli auguro di no. ma so che certi nati nel settantuno vengono dalla luna e che “moon river” è la colonna sonora giusta per questa storia: http://www.youtube.com/watch?v=SAGmqFLtSfA

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