mercoledì 13 gennaio 2010

scrivanie disperate - la pausa caffè

lo dico subito: solo una enorme determinazione alla pausa mi può spingere tutti i giorni verso quella macchinetta. il campionario di schifezze calde che distilla è da museo degli orrori. eppure, un paio di volte al giorno ci casco: sarà merito della sedia scomoda che mi costringe ad alzarmi o colpa del bar, troppo lontano per un caffè al volo? più probabilmente, è che ci si abitua a tutto. non mi dilungo: ecco la lista delle mirabili consumazioni, tu cosa berresti?
thè al limone. servito al sapore di “spic e span”, un detersivo che – come il biscottino per proust – mi ricorda l'infanzia. può interrompere per ore le funzioni renali.
caffè normale. se ne bevi più di due tazze in un giorno ti addormenti l’anno successivo. la quarta, poi, è letale: per questo, intorno alle cinque del pomeriggio, a noi caffeinomani può capitare di avvicinarci alla macchinetta dicendo “mi faccio un sindona”.
cappuccino. semplicemente sconsigliato. la preparazione del brodo avviene con una cialda denominata “bevanda bianca”. la spacciano per latte in polvere. ma sospetto sia utilizzabile anche per la fecondazione assistita.
thè nero. il peggiore (ammesso sia possibile trovare un peggiore). è grossomodo l’equivalente di un esame delle urine di un grosso erbivoro.
caffè d’orzo. se, dopo averlo passato per bene sui pavimenti, ti strizzi un mocio vileda in bocca ottieni lo stesso gusto. l’odore invece non è replicabile.