lunedì 28 giugno 2010

interferisco

negli anni in cui ho viaggiato in treno era diventato quasi un appuntamento fisso della sera: passavo sotto uno dei lampioni della stazione e, pluf!, quello si spegneva. succedeva un paio di volte al mese, più o meno, e non sempre con lo stesso. ci ho sempre fatto caso ma non l’ho mai attribuito a una mia responsabilità. poi mi è successo di spegnerne altri in giro per il mondo, anche solo passandoci nei paraggi con l’auto. così ho pensato di avere una sfiga mondiale e di beccare tutte le lampadine lì per lì per esaurirsi. uno schiatta lampade, in pratica.
poi un giorno mi avvicino a un portone e stavolta, cazzo, la luce che non c’era s’accende. è la svolta, dico. il trend che s’inverte. e m’aspetto l’aumento, tre mesi di vacanze sull’isoletta, jennifer aniston… invece era solo la tecnologia “intelligente”: hai bisogno di luce, passante? eccotela, ma solo per il tempo necessario. infatti l’aumento si rivela una mancia, la vacanza è di una settimana sull’adriatico e jennifer aniston è tornata sul poster da dove era scesa.

ps: qualcuno sul web dice che gli smorza lampioni come me rientrano nel fenomeno dello street lamp interference (sli). dunque – anche se non ho capito se c’è una base scientifica legata ai campi elettromagnetici, se ci son di mezzo gli ufo, se devo chiamare un prete o il dottore – confesso di essere uno slider.

giovedì 17 giugno 2010

il porta-slide

sapevo dell’esistenza dei portaborse. ma il porta-slide non l’avevo mai visto.
convegno a roma, pochi giorni fa: il portavoce di un ministro sale sul palco per il suo intervento accompagnato da un poveruomo sulla quarantina che gli si siede di fianco. il portavoce lo presenta e ne illustra il ruolo, strategico, alla platea: “il dottor taldeitali ci aiuterà nella presentazione cambiando le slide”.
è così: il gattopardo s’è magnato pure la chiavetta usb.

rimpianti (non miei)

“ho alcuni rimpianti. ci sono molte cose che mi sarebbe piaciuto fare e che non farò mai. non dirigerò mai l’orchestra filarmonica di vienna. non sarò mai re di svezia. non farò mai il domatore di tigri. non piloterò mai il concorde. non diventerò mai un campione olimpico. non attraverserò mai l’atlantico a remi. non sarò mai eletto presidente degli stati uniti. non metterò mai piede sulla luna. non diventerò mai accademico di francia. non vincerò mai il roland-garros. non sposerò mai julia roberts. non scalerò mai la vetta dell’everest. non registrerò mai tutte le sonate di scarlatti (cinquecentocinquantacinque). non diventerò mai papa. non dipingerò mai la gioconda. non farò mai il triplo salto mortale. non ballerò mai il lago dei cigni al bolscioj”.

jean-louis fournier