venerdì 28 agosto 2009

fornelli disperati - lo spuntino

il problema principale per il casalingo disperato che vivacchia nel monolocale è che tutto è a portata di mano. premetto: io sono religioso, venero il maestro confuso, da non confondere con il più celebre confucio. e figurati quanto posso essere in confusione se mi sveglio affamato e assetato alle tre del mattino. striscio fuori dalla mia pozza di sudore verso le ante degli armadietti sulle tracce di un saccottino, un pezzo di fontina, una tartina con la maionese o almeno di un sorso di chinotto. robe così. ma puntualmente, là dentro gli armadietti, m’imbatto anche nel lettore mp3, nella citrosodina e nel cilicio che comprai dopo lazio-inter del 2002. così mi vien voglia di usarli tutti. comincio col mangiare biscotti al cioccolato e arance accompagnati da tre fette di prosciutto crudo o da una scatoletta di tonno (al naturale: non sono elvis presley), il tutto annaffiato da abbondante succo di pompelmo. quindi, siccome mi si piantano sullo stomaco, ingurgito rapido qualche pugno di citrosodina. nell’attesa di riaddormentarmi, digerisco sommessamente ascoltando musica in cuffia. solo se l’appesantimento è grave (o il lettore passa tiziano ferro) utilizzo il cilicio.

mercoledì 26 agosto 2009

estate parte tre – un cocktail per il veterano

le serate estive attraggono fuori casa, nelle braccia fresche di mojiti, spritz e locali con luci simil-messicane, pure i veterani. nonostante un’età buona per spingere il passeggino, molti senza famiglia si ostinano a cercare il divertimento come lo cercavano quando nel passeggino potevano starci loro. io non sono tra quelli: senza famiglia sì, ma cacciatore di divertimenti non lo sono mai stato. sbadigliavo e avevo mal di schiena a 19 anni, figurati adesso. ogni tanto, però, mi piace ancora affacciarmi in quei locali all’aperto e scoprire che il numero di scoppiate e scoppiati come me si assottiglia e si disperde tra le nuove leve dove, se non sto attento, rischio di trovarmi in faccia un: “ma zio! cosa ci fai qui?” (colpa di qualche sorella che ha fatto razza molto presto).
comunque, se sono in ballo, ballo: una birra, la patatina col peperoncino, un’altra birretta, il pollo alla texana, un digestivo o forse due. poi, se per far vedere un po’ d’abbronzatura mi sbottono come califano e prendo freddo, la mattina seguente devo far colazione con caffè, imodium e due fette di limone.
come dice il mio amico pi, “son quelle serate che ogni tanto hai bisogno di fare per capire che non devi farle più”.

estate parte due – l’antidoto

due giorni in coda sul passante di mestre. un bagno nella raccolta differenziata della grotta azzurra di capri. un’ora e mezza in fila per giocare al superenalotto e non vincere. la benzina che sale il primo di agosto e scende il 31. la coppia che, in una spiaggia semivuota, stende il telo mare a trenta centimentri dal tuo e sguinzaglia in zona due criminali che insieme non fanno sette anni.
poi vedi che torni in ufficio saltando di gioia, anche se non c’è l’aria condizionata.

estate parte uno – all’armi

si bolle. e allora, al rientro appiccicoso dalle vacanze, che cosa c’è di meglio di passare una serata a combattere con la zanzara sopravvissuta in casa dal 3 al 23 agosto? sapevo che l’avrei ritrovata proprio dove l’avevo lasciata: sotto il lenzuolo. mi sono coricato verso la mezzanotte, ho puntato la sveglia, ho caricato il fucile (sotto forma di autan spray) e ho atteso l’attacco. che è arrivato puntuale: mi ha punto sotto il piede, sta zoccola, e per grattarmi ho fatto pure una seduta di stretching. corroborato dalla ginnastica poi mi sono addormentato. ma sono stato risvegliato subito da un ronzio dentro l’orecchio (l’unico punto, insieme a denti, occhi e pudenda, dove non avevo spruzzato il veleno). e allora, complici i trenta gradi, mi sono incazzato davvero: ho mitragliato l’autan ovunque, dal cuscino alle mutande, sotto il letto e nel bicchiere d’acqua che tengo a portata di mano la notte. così, più avvelenato di una scoria nucleare, mi sono riaddormentato. ma non passa un’ora che nell’appartamento del vicino – ancora in ferie – parte un allarme a centomila decibel. la sirena si è arresa solo la mattina dopo, per esaurimento delle pile credo. speriamo almeno gli abbiano svaligiato la casa. stronzo. quando torna gli spruzzo l’autan in faccia.

alla ricerca della menata perduta

ho ricevuto una sentita contestazione per i recenti contenuti di questo luogo di cazzeggio. dice un’amica che le cose migliori le ho scritte sotto gli effetti di grandi menate (sentimentali, lavorative e così via) e, probabilmente, ora ho perso un po’ di quella ispirazione sepolcrale.
nel timore (o forse nella certezza?) che abbia ragione, ho messo a punto un programma “intensive” per ritrovare il guizzo della sega mentale: al risveglio, invece del consueto inno di mameli, recito come un mantra “le persone inutili” di paolo vallesi; in tivù seguo solo programmi-verità con interviste anonime a genitori separati; in autunno farò la comparsa nel nuovo film di muccino dal titolo “visto che era l’ultimo bacio potevi almeno usare il preservativo”; ancora, vado alla messa delle sette del mattino per accompagnare all’eucarestia le anziane zoppe; mi addormento sempre pensando alla lebbra.