mercoledì 27 marzo 2013

dalla nave pirata


precario è una parola da cui è bene scappare. meglio se a bordo di una nave pirata.
è una condizione imposta e, se declinata al plurale femminile, “pre-carie”, sa pure di mal di denti in arrivo.
scava come una goccia, imputridisce lo smalto.
e a un certo punto capisci che ha vinto. succede quando ti organizza perfino il pensiero, dopo averti rovinato i denti.
rovesciare la prospettiva. prendere il timone dell’instabilità.
rotta: avanti. target: dove arriva il rostro della nave.
la barba sfatta c’è, ora basta un’uveite da proteggere con la banda nera sull’occhio.
sto parlando del lùc.
poi si tratta di fare bottino tutti i giorni – del lavoro che c’è, se c’è, dell’amicizia che c’è, se c’è, dell’amore che c’è, se c’è, della pastasciutta che c’è, se c’è, della musica che c’è, se c’è – e ripartire subito dopo l’abbordaggio. 

giovedì 14 marzo 2013

fai conto che siano tweet


sono moderno ma non ho ancora twitter. però ho un blog. quindi butto lì un po’ di riflessioni di metà mese tutte sotto i 140 caratteri.
(compresa l’intro, che è di 135. adesso però siamo a 191. merda. 203. vabè, 233 e la finiamo qui).  

lombardia: la conduttrice della domenica sportiva sarà assessore alla cultura. attesa per le letture di petrarca a “qui studio a voi stadio”

nuovo video di taylor swift: da pischellina di campagna a sciuretta parigina. sembra mia zia alcolista: “stay, stay, stay”, e giù un rutto di grappa

monta il malcontento dei cardinali brasiliani dopo l’elezione del papa argentino. la curia è una bombonera come lo spogliatoio dell’inter

javier zanetti: “felice per il papa mio connazionale. lo vorrei al centro della difesa con juan jesus”

il mondo riformatore chiedeva un papa rappresentante delle minoranze e possibilmente di colore. in pratica il nano di “io, me e irene”. non esageriamo

lo scolo è una brutta malattia venerea. ma anche lo scola non fa simpatia

funerale. il sacerdote: “consolatevi, ora la vostra amata nonna è in un posto migliore”. ti credo, abitava a rozzano

crisi di governo. napolitano offre l’incarico al dolce remì cantando: “tu lo sai un grillo cos’è...”

@metiu

hai controllato tutti i tweet con “strumenti – conteggio parole”, vero?
ok, ho barato. ma tu sei un ingegnere svizzero con un orologio a cucù nelle mutande

giovedì 7 marzo 2013

volpi, mutande, speck (e un dermatologo)


sulla strada del ritorno da una giornata in montagna, l’autoradio manda musica in libertà.
“…inutile parlarne sai, non capiresti mai, seguirti fino all’alba e poi, vedere dove vai…”: eh no max, per la legge carfagna questo è stalking.
“…e adesso siamo occhi negli occhi e non serve a niente parlare, ho la mappa di tutti i tuoi nei, io la potrei disegnare…”: jovanotti è così bravo che sa fare anche il dermatologo.
sulla macchina fischiettano due tipi sui quaranta leggermente abbronzati – l’andy e io – che due ore prima scendevano dai boschi con le mutande in testa. o almeno così poteva apparire a un occhio inesperto delle cime: perché quelle bandane termiche ed elastiche se te le metti in capo, invece che al collo, si atteggiano subito a boxer.
d’altronde se fa freddo, fa freddo. siam mica in giro a fare la sfilata.
l’andy è uno che, dopo tre ore di salita nel bianco nulla, arriva in un posto come quello della foto e fa: “mi avevano detto che c’era un bar”. invece il bar non c’è. allora mangiamo quello che ci siamo portati su negli zaini: mille panini con lo speck e cento chili di banane.
invece del dolce, petardi per digerire.
scattiamo qualche foto e poi si scende: non in campo, ma dalla montagna. senza fretta, che c’è ancora il sole.
al mattino per salire puoi seguire la traccia di una volpe sulla neve, al pomeriggio per scendere basta ripercorrere le tue impronte di qualche ora prima. non è sempre così semplice la vita.