natale è passato da un po’,
o sbaglio? eppure i miei vicini di pianerottolo espongono ancora sopra la porta
di casa quelle inquietanti decorazioni in stile foresta svedese: sbuchi
dall’ascensore e ti ritrovi nel “labirinto del fauno”.
presumo le abbiano comprate
all’ikea, nelle cui polpette – insieme a varenne – temo di finire pure io ogni
volta che incrocio la coppia.
lui, un tipo sfasato sulla
trentina. credo lavori per la derattizzazione, altrimenti non capisco che cosa
ci faccia tutti i sabati e le domeniche fisso in garage o in cantina. è quel
genere che ti guarda come se tu gli avessi vomitato di fresco sul cofano della
macchina lavata.
lei, non so: di certo ha
un’espressione lucida come janis joplin sul palco di woodstock. forse è lei che
gli vomita sul cofano.
sabato sera, rientrando,
m’imbatto nei due che battibeccano sulla soglia di casa – sotto le fronde ikea,
la porta spalancata – a proposito della fuga del loro gatto, alfredo.
hanno due facce che i
bookmaker li danno per favoriti al prossimo incontro mondiale delle famiglie,
davanti anche ai misseri e ai romano-bazzi. quarti i parolisi. crollano le
giocate sui franzoni. spalti gremiti al limite della capienza. arbitra il
signor bruno vespa dall’aquila, guardalinee i signori paolo crepet da torino e
carlo giovanardi da modena. nell’intervallo dj set del cardinale ruini per la
beatificazione di povia.
ma torniamo sul
pianerottolo.
“buonasera”, dico ai due
litiganti.
“mmmmms…sera”, gorgogliano i
due litiganti.
entro rapido nel mio bunker.
mi barrico, urino in abbondanza per l’ansia e mi rannicchio sul divano.
su la7 danno “mangia, prega,
ama” con julia roberts: un film talmente brutto che, dopo venti minuti di
sbadigli e ovvietà, mando avanti l’ora con quattro ore di anticipo pur di
levarmelo di torno.
prima di dormire penso ad
alfredo: gattone, resta fuori, non tornare. che da domani con l’ora legale si
può fare l’aperitivo sui tavolini all’aperto e c’è ancora una bella luce.
croccantini e crodino, offro io.