venerdì 24 gennaio 2014

michette, baffi e chiappe congelate. come non rimettersi in forma dopo le feste e accogliere con letizia l'atrofia


c'ho messo un po' ad accettarlo. quasi un mese, per la precisione. eppure, quel giorno durante le vacanze di natale mi sono quasi lussato una spalla affettando la pizza.
no, non era colpa della pasta, del forno o del pizzaiolo. è colpa dell'inerzia, il mio sport preferito.
passi per gli arti inferiori, che vantano la tonicità del pendolare, allenati allo scatto per conquistare un posto nell'unica carrozza riscaldata della “freccia delle risaie” e al salto per scavalcare le fisarmoniche dei giostrai, inseparabili compagni di viaggio tra le rotaie morsicate dalle nutrie.
ma la situazione degli arti superiori è drammatica: svitare la caffettiera mi dà il fiatone, e l'altro pomeriggio al parco mi sono prodotto un indurimento al bicipite lanciando il pane ai piccioni. per non parlare dei riflessi: la michetta, respinta dal piccione con un destro al volo, mi ha rotto una lente degli occhiali.
comunque lo sport, se non lo faccio, almeno lo seguo.
anzi, lo seguivo.
smisi dopo l'annullamento del gol in rovesciata di rummenigge in inter – glasgow rangers del 1984.
per il trauma mi crebbero anticipatamente i baffi: ero un bellissimo adolescente ma, tra il naso e il labbro superiore, setoloso come magnum p.i.
ora seguo solo lo slittino femminile, per via di quelle tutine aderenti sulle chiappe e di quei nomi tanto dolci e sexy delle azzurre in partenza per le olimpiadi invernali: innerhofer, kammerlander, sturmtruppen, hitler.