lunedì 14 ottobre 2013

palmipedi, zucche vuote e altre gibollate d’autunno


l’uomo oca esiste. e scrive su questo blog.
confesso: almeno una volta all’anno, vado a sbattere contro un palo mentre parcheggio l’auto. è una tradizione che detesto ma rispetto, come tutte le tradizioni. quest’anno, per suggellare vent’anni di test non richiesti ai paraurti, la gibollata l’ho fatta tornando dalla fiera del salame d’oca, un classicone d’autunno.
la novità sta nel fatto che ho centrato un albero, invece di un palo. sono un uomo oca naturalmente portato all’innovazione.
con rabbia, ho mangiato crudo il conto del carrozziere, ma non prima di averlo farcito con l’affettato di palmipede. un ottimo antipasto, che ti consiglio. a seguire potresti impiattare un altro classicone d’autunno: il risotto con la zucca.
va da sé: se la zucca fosse la carrozza della favola di cenerentola, e io il nocchiere, uno striscio sulla fiancata glielo farei ben prima della mezzanotte.
insomma, l’autunno è così: un po’ vivace e un po’ grigio. mangi cose buone ma devi sbattere con la macchina contro gli alberi per far cadere le foglie.
e se hai nostalgia dell’estate e delle spiagge, niente paura: puoi sempre ballare a piedi nudi nella lettiera del gatto. che se l’ha appena fatta, la sabbietta è calduccia anche a novembre. 
per dire, io stasera sento il bisogno di mettere il cappellino alla rovescia, bere una gazzosa alla menta e far quattro salti nella lettiera con in cuffia roba giusta della mia generazione di grandissimi canela.
“io e te – ci basta di sapere che – se hai voglia di far festa – chiama 883” 
spettacolo.