l’uomo oca esiste. e scrive
su questo blog.
confesso: almeno una volta
all’anno, vado a sbattere contro un palo mentre parcheggio l’auto. è una
tradizione che detesto ma rispetto, come tutte le tradizioni. quest’anno, per
suggellare vent’anni di test non richiesti ai paraurti, la gibollata l’ho fatta
tornando dalla fiera del salame d’oca, un classicone d’autunno.
la novità sta nel fatto che ho
centrato un albero, invece di un palo. sono un uomo oca naturalmente portato
all’innovazione.
con rabbia, ho mangiato
crudo il conto del carrozziere, ma non prima di averlo farcito con l’affettato
di palmipede. un ottimo antipasto, che ti consiglio. a seguire potresti
impiattare un altro classicone d’autunno: il risotto con la zucca.
va da sé: se la zucca fosse
la carrozza della favola di cenerentola, e io il nocchiere, uno striscio sulla fiancata
glielo farei ben prima della mezzanotte.
insomma, l’autunno è così:
un po’ vivace e un po’ grigio. mangi cose buone ma devi sbattere con la
macchina contro gli alberi per far cadere le foglie.
e se hai nostalgia
dell’estate e delle spiagge, niente paura: puoi sempre ballare a piedi nudi
nella lettiera del gatto. che se l’ha appena fatta, la sabbietta è calduccia
anche a novembre.
per dire, io stasera sento
il bisogno di mettere il cappellino alla rovescia, bere una gazzosa alla menta
e far quattro salti nella lettiera con in cuffia roba giusta della mia
generazione di grandissimi canela.
“io e te – ci basta di sapere che – se hai voglia di
far festa – chiama 883”
spettacolo.