giovedì 22 maggio 2008

non ho più voglia

la famiglia ti vuole bene per forza. è quasi sempre così. in condizioni normali, è un tesoro che ti ritrovi quando nasci e non c’è molto altro da conquistare o dimostrare. quelli all’interno della famiglia sono sentimenti “semplici”. insomma, ci si vuole bene quasi per definizione e, quasi per definizione, quando serve ci si aiuta. si discute, si litiga, si accettano compromessi, certo, ma alla fine le radici sono lì.
tutti i sentimenti che stanno fuori dalla famiglia, invece, te li devi in un certo senso conquistare. è per questo che i fallimenti sentimentali mi pesano tanto. là, fuori dalla cerchia, te la giochi da solo. fuori dalla cerchia non parti in vantaggio due a zero. non ci sono sentimenti “prestabiliti” dalla nascita. così, il fatto di non aver saputo “concretizzare” una lunga relazione e non aver capito un tubo di quelle corte, il fatto di non saper flirtare e di sbattere la testa sempre contro gli stessi spigoli relazionali, stanno cementificando nella mia testa un muro. “se pensi sempre a un muro, un muro troverai”, dice una canzone. è vero, ma in questo periodo non ho il martello per buttarlo giù quel cazzo di muro. meglio: i martelli che ho utilizzato in passato per buttare giù muri simili a questo non funzionano più. c’ho provato e ci provo, naturalmente: mi ammazzo di trekking in posti incantevoli, chiamo persone che non sento da tempo e partecipo a serate che in altre condizioni mi vedrebbero protagonista solo sotto minaccia di un fucile, macino chilometri di corsa a ritmo di musica che mi emoziona, leggo più libri del solito, guardo film, tengo le tapparelle di casa e dell’ufficio ben alzate per sfuggire all’ombra del muro, prendo il sole appena posso come le tartarughe. ma il muro è sempre lì, ben piantato nella mia testa. e non so nemmeno se dall’altra parte c’è berlino est o berlino ovest. so solo che c’è il muro e che i cari, vecchi antidoti non funzionano più.
quindi? ho solidissime radici famigliari alle spalle ma, molto probabilmente, non sarò in grado di piantarne altre, altrettanto solide, da qualche altra parte della mia vita. questa cosa non mi fa assolutamente paura, non so nemmeno se stava tra i miei “obiettivi”. io sono flessibile a priori: non mi immagino, a priori, a mettere radici, ma se sto bene con una persona posso anche immaginare di metterci radici. ma la grossa novità che mi porta in regalo il compleanno 2008 è che non ho più voglia di avere una storia. non solo di tentarci ma addirittura di pensarci. fuori dalla "cerchia" ho perso troppa energia e sentimento. e non ho più voglia di ricominciare ancora daccapo: ti va un aperitivo?, chissà se sto bene con questa camicia, forse dovrei farmi la barba, che bella mostra, chissà perché mi ha mandato quell’sms, andiamo a cena oppure solo a bere qualcosa, forse mi puzza un’ascella, adoro il cinema president e tu? il sabato sera, magari un bacio, la chiamo o non la chiamo, s’aspetta che la chiamo, sono prevedibile, non chiedere se puoi baciarla, baciala e basta, farsi beccare che le guardi le tette mentre parla del suo lavoro, spero che stia simpatica al mio amico, madonna come sta bene vestita così, tornerei a istanbul, è tenera perché si mangia le unghie, le tovaglie a quadretti in trattoria, ordina prima tu, preferisco ascoltare, il concerto più bello che ho visto è quello di prince, ho voglia di fare una passeggiata, il gelato al cioccolato, il peggiore di tutti è bossi, se non le piace la montagna e la fotografia non fa per me, i colori di matisse, i tavolini all'aperto, non mi stai annoiando anzi, sono in ritardo, preferisco il vino rosso, poi è più in ritardo sempre lei, mia sorella è buddista, penserà che sono strambo, ma bevo la coca cola, mi piace woody allen e andare in bici in spiaggia, i gatti una volta mi stavano sull'anima e adesso li adoro.
vaffanculo tutta sta roba. non ne ho più voglia. punto. non ho paura di correre il rischio di non sentire più niente. tutte le volte che ho rischiato ne ho ricavato qualche bel momento, certe volte il momento è durato anni, ma poi macigni terribili da digerire senza nemmeno l'aiuto della citrosodina. non voglio sentire, e basta. voglio diventare un grande apatico. adesso il sabato sera vado a mangiare dai miei, da qualche mia sorella o esco con qualche amico solido. lì parto in vantaggio, anche se sbaglio maglietta o sbadiglio come un cane tutta la sera, sicuramente non mi mollano per strada da solo al primo chiaro di luna.

4 commenti:

Sarah ha detto...

Oh che goduria, e quando mi ricapita di essere prima ma soprattutto unica? :)
Dai torno seria, se ti leggo da qui non sembri manco tu Mattè, il che non vuol dire che non vada bene anzi, siamo mille sfaccettature diverse tra loro, noi umani siamo così difficili e così scontati a volte. Non so, mi sa tanto di uno che sogna certe cose ma poi le "sconfitte" (che poco hanno a che fare con -la colpa è mia/la colpa è tua) ci fanno pensare che la rinuncia sia meglio. Ci sei riuscito?

metiu (scappato di casa) ha detto...

ci sono riuscito? ovviamente no :)
baci

Anonimo ha detto...

Ciao!complimenti x le emozioni che hai dipinto!!mi ci ritrovo in pieno...hai davvero contatto con la penna della realtà...ma si supera vero?io sono così oggi...ma ho paura delle altre parti di me che in un domani mi faranno
pentire di questa scelta....il mio motto é sempre stato dai e ti sarà dato...la fregatura é che io davo amore e gli altri delusione....credevo nella legge della compensazione ma nella vita chi non cambia idea rimane ignorante giusto?concludo con il mitico Liga...solo i duri hanno due cuori col guasto odiano sempre un Po di più....col cuore buono amano sempre un Po di più.

metiu (scappato di casa) ha detto...

ciao, io non lo so se si supera completamente e come si fa.
di certo, queste cose un po' ti cambiano.
in ogni caso l'amore per come lo intendo io non è timbrare un cartellino ma mettere in ballo il 101% di sé con il rischio di scottarsi. il punto è che la somma con l'altra persona deve dare il 202% e questa combinazione è l'eccezione, non la regola.
bellissima la frase di ligabue. io ti lascio un jovanotti: "è bello vivere anche se si sta male".
grazie per il commento