venerdì 9 maggio 2008

opportuno e inopportuno

io non voglio disturbare. è una cosa che mi porto dentro fin da piccolo. nei rapporti umani la cosa più brutta che può capitare è che gli altri, le persone a cui vuoi bene soprattutto, pensino che tu sia inopportuno. io farei togliere il clacson dalla macchina pur di non aver la tentazione. mi faccio sentire poco anche con le persone care perché ho sempre il timore di interrompere qualcosa d'importante: "pronto? come stai? disturbo? puoi parlare?". e lì mi aspetto sempre un campionario di risposte del tipo: "sì, disturbi cazzo!", "no tranquillo, sono appena stato investito da un camion ma il cellulare funziona", "magari se non ti spiace ti chiamo dopo, che il mio fidanzato m'aspetta nudo di là", "ti richiamo io perché non riesco più a trovare il tampax. colpa della vibrazione del cellulare che avevo in tasca".
certe volte, se mi perdo in macchina, piuttosto che chiedere la strada continuo ostinatamente sempre dritto. verso nord. prima o poi c'è un confine di stato, penso. poi mi metto a piangere. alla fine reagisco, tanto so che al limite mi vengono a cercare con i cani (magari gli stessi che non ho voluto disturbare con un "mi scusi, vado bene per roma?").
solo che con questa storia ormai faccio addirittura fatica a classificare le cose "opportune": chi sono io per stabilire cos'è opportuno e cosa no per gli altri? magari quella persona pensa che me ne frego altamente di lei perché sto sulle mie, e invece la penso tanto. forse dovrei solo avere un pò meno rispetto.

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