martedì 20 maggio 2008

national geographic


mercoledì, un paio d'ore libere, non mi capita spesso durante la settimana. c'è il sole e schizzo subito fuori in bici. bastano cinque minuti di pista ciclabile e dieci di sterrato e sono "in to the wild". oddio, sean penn c'ha insegnato terre selvagge di tutt'altro fascino e dimensioni. quaggiù, nel parco del ticino, al massimo ci può girare il seguito di "cento chiodi" ermanno olmi, che secondo me era un tributo al po e alla sua gente "di sponda". arrivo sul greto, esattamente dove un canale entra nel fiume: l'acqua in questo punto è più calda ed è piena di pesci. sono tantissimi e di dimensioni abnormi. ci son venuto mille volte ma così grossi non ne ho mai visti. mi sdraio un momento al sole a riflettere sui pescioni tutti ciccia e brufoli: che si saranno ingoiati? mercurio? metano? piogge acide? kinder ferrero? così quasi mi abbiocco, quando mi sveglia uno dei vecchietti che si danno appuntamento alla panchina sotto l'albero che sta duecento metri più su. parla ad alta voce: "stà atent, nani, che l'è pien de mirold". nonostante il pisolo incipiente colgo al volo: mi dice che è pieno di bisce (comunque grazie per il nani, caro signore, ma vado per i 37). non sono folco quilici e decido rapidamiente di evitare lo scontro frontale col boa padano. mi alzo con deferenza. il vecchietto, che ammiro nella sua tenuta da pescatore, scruta tra le frasche come piero angela e mi indica un essere di un metro e mezzo buono che striscia. verdastro. mai vista una biscia così lunga in questa zona. il signore s'aggiusta la dentiera e conferma che l'avvistamento è notevole. ormai mi sento in un documentario. riprendo la bici strappandola a un nugolo di mosceroni e, prima dei titoli di coda, sulla via di casa mi trovo di traverso sulla strada due ramarri verdi giganti. sono fosforescenti e, viste le dimensioni, hanno mangiato dallo stesso desco dei pescioni e del lucertolone.
non so cosa pensare. o il mercoledì è il giorno di libera uscita degli animali grandi obesi oppure i peruviani che fanno le grigliate al ticino si portano anche i loro amici dell'amazzonia e lì mollano qui. nelle mie terre selvagge.

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