lunedì 31 ottobre 2011

i tanti preti di una domenica mattina

una domenica mattina di almeno vent’anni anni fa.
un divano semplice, in una casa semplice. davanti alla tivù una donna anziana. in un angolo dei suoi pensieri, i dolci che il diabete le impedisce di mangiare. e che lei ogni tanto mangia lo stesso, di nascosto (“non sarà mica un peccato”). le sue mani di vecchia sarta sono raccolte in preghiera, nei suoi respiri risposte rituali alle invocazioni dello schermo.
la messa della domenica la mia nonna non se la perdeva mai. se c’era freddo non andava in chiesa e la seguiva alla televisione: ma preferiva se la trasmettevano dalle parrocchie in giro per l’italia, piuttosto che da piazza san pietro.

una domenica mattina di almeno vent’anni dopo.
davanti al computer ci sono io, un non-praticante con le mani sulla tastiera.
anch’io sento molto distanti i preti con gli anelli al dito. e non mi piacciono nemmeno quei laici ecclesiali che, nella regione dove vivo, uniti dalla fede e da una cosa che chiamano “sussidiarietà”, fanno incetta di potere, distribuendo lavoro, con discutibili criteri di merito, e favori.
mi fanno invece buona compagnia il silenzio e l’odore umido di certe chiese spoglie di montagna. sorrido di fronte ai sacerdoti paonazzi ai pranzi di matrimonio. stimo quelli col maglione che sfidano la malavita.
e qualche giorno fa ho apprezzato quel prete che ha consentito di accendere una moto nel mezzo della sua chiesa.

sabato 29 ottobre 2011

parole, parole, parole. scadute

amiche e amici che come me straparlate dai blog, siamo rovinati.
dice tale alexander pope che: “le parole sono come le foglie, dove abbondano raramente nascondono un frutto”.
nel mio caso sarebbero sicuramente frutti di bosco. comprati e scaduti.

venerdì 28 ottobre 2011

psicofarmaci, ultimissima

claudio ranieri (f.c. internazionale): “lotteremo per lo scudetto”
metiu scappatodicasa (associazione italiana cuochi disperati): “entrerò nella guida michelin”

giovedì 27 ottobre 2011

maleducazione tecnologica bisss, o della guerra preventiva al digitatore spot esibizionista insensibile d’affetti e domiciliato al mulino bianco

già qualche tempo fa me l’ero presa con certi sms natalizi. e invecchiando peggioro. così la mia avversione al digitatore insensibile che si fa sentire una volta ogni dodici mesi confina ormai col sadismo.
tutta colpa della prima pubblicità dell’anno con babbo natale incorporato che mi ha sorpreso ieri mentre guardavo “arnold” ricordandomi che tra due mesi ci risiamo?
forse.
ma immagina questa scena e compatiscimi un po’: pomeriggio del 25 dicembre, scappatodicasa con scazzo strafestivo che galleggia sul divano nel monoloc. inutili pacchetti colorati di contorno. digestione faticosa del ripieno della faraona. una candela al profumo di whiskas ormai spenta. i figli di toto cutugno che cantano “astro del ciel” a “speciale domenica in”. quella là abbracciata da qualche parte con pisello piccolo a guardare “love actually” su canalecinque. vago mal di testa.
in certi momenti sei un uomo morto che cammina. e un sms, in certi momenti, può risultare decisivo: il confine tra la grazia del presidente che ti evita la sedia elettrica e la spinta alle spalle del digitatore insensibile sta tutto in pochi bit.
e il cellulare vibra.
un invito al cinema? un “ma come stai”? un augurio personale? no.
“un fantastico natale a tutti da pippo (papà), pippa (mammà, un culo da dieci in carriera), pippetta (labimbagrandemaquant’èintelligente), pippetto (il dolcissimo neonato) e pippuzzo (lo yorkshire)”.
io non mi chiamo “tutti”. eppure in una giornata è il decimo messaggino esibizionistico di questo tenore che ricevo.

un anno dopo, gli sms natalizi dei serial killer del mulino bianco si riducono da dieci a nove. ohibò.
infatti a metà febbraio trovi in giro il tizio del decimo, spettinato, che ti dice che da cinque mesi sta pagando gli alimenti. d’istinto gli fai: “cavolo mi spiace. mi era venuto un presentimento non avendo ricevuto il vostro sms a natale. i pippetti come l’hanno presa?”
ma dentro, più dentro, verso il basso, senti un moto ondoso incerto che cresce. e vorresti cagar fuori un “adesso scegli: impìccati col guinzaglio di pippuzzo o strozzati con gli abbracci del mulino bianco. faccia da cülo”.
ma alla fine non caghi fuori niente. anzi, gli offri un caffè e ti fai asciugare da quaranta minuti di orrendo monologo suicida.
brava gente i senzafamiglia.

mercoledì 26 ottobre 2011

statistiche disperate – allora lì, vengo io?!

è da un po’ che ti curo. almeno tre mesi.
quando guardo le statistiche del blog, alla voce “parole chiave per la ricerca” ci sei sempre. e le tue parole chiave sono: “scappato di casa blog”. quindi, se ho capito bene, tutti i santi i giorni tu vai su gugol e poi fai la ricerca per trovare questo blog. festivi compresi.
casso, ma devo venir lì io a mettertelo tra i “preferiti”?!

martedì 25 ottobre 2011

fornelli disperati – ne resterà uno solo

sono stato a cena da un altro senzafamiglia. un amico che ricordavo disabile culinario e sentimentale come me.
sulla prima voce, però, deve aver lavorato sodo perché mi ha presentato in tavola un ottimo arrosto con patate e un gelato fatto in casa mangiabilissimo.
a piatti spazzolati, ha confessato con candore che le ricette le aveva copiate passo passo da un noto, vendutissimo libro.
avanti così e rimarrò solo con le mie scatolette.
maledetta benedetta.

domenica 23 ottobre 2011

ciao Sic

già, il mondo non è finito il 21 ottobre.
ma un pezzo di mondo si è fermato oggi sull’asfalto. un pezzo sorridente, incosciente, entusiasta, immensamente talentuoso.
per me è sempre stato così: è come se le conoscessi quelle persone che – anche se solo per 45 minuti alla tivù, per due ore al cinema o per tre minuti dentro uno stereo – mi fanno battere il cuore e mi riempiono un po’ la vita. e questo è il bello, e questo è il brutto.
ciao Sic

sabato 22 ottobre 2011

aaa – affitto casa ad apocalittici disperati

e così il mondo non è finito nemmeno ieri, 21 ottobre. allora, rassegniamoci, finirà nel 2012.
i maya – pessimi soggetti mezzi nudi e col sedere piatto – sapevano benissimo che in quell’anno avrei terminato di pagare le rate del forno a microonde.
e tu, che sotto sotto tocchi ferro e intimissimi, sai bene che bugarach, il paesino sui pirenei, l’anno prossimo si salverà dalla fine del mondo. ma sai bene pure che i “pellegrini mistici” faranno il tutto esaurito lassù, se non l’hanno già fatto: sold out, come un concerto dei coldplay, come il salento a ferragosto. posto non ce n’è più.
ma una cosa non la sai. e cioè che anche il bucolico villaggio affacciato sulle risaie dove io risiedo sopravvivrà al 2012.
allora, se ti senti apocalittico, millenarista, savonaroliano, catastrofista, se hai visto il diavolo come padre balducci, se hai una cugina che una volta ha vomitato gomitoli di lana, se credi agli ufi e alle madonne di plastica che piangono il sugo star, se ritieni che lo stalliere fosse lì solo per governare i cavalli brianzoli, se hai un trisavolo col sedere piatto, se credi nell’oroscopo di un tale che si depila le sopracciglia e i testicoli, se il tuo sogno è un ponte sullo stretto, se seguivi “mistero” con raz degan su italiauno o pensi che fare il cammino di santiago risolverà i tuoi problemi…
allora il mio monolocale è tuo. e per tutto il 2012!
per l’affitto voglio 25mila euro al mese non trattabili, spese escluse. ma se qualcuno offre di più son qua.
per info e pagamenti anticipati, mò te lo segni: scappatodicasa@gmail.com.

nota per chi nonostante tutto mi vuole bene: io ho già prenotato un bungalow a bugarach. per mettere in salvo il microonde, eventualmente.

giovedì 20 ottobre 2011

“i soliti ignoti” (edizione speciale onlain)

post liberamente ispirato a uno dei miei programmi preferiti alla tivù. peccato che io non ne azzecchi mai uno di ‘sti soliti ignoti.
avvertenze per l’uso: contiene un po’ di sassi miei e un po’ di sassi nostri (se mi mandi una mail, e mi paghi profumatamente, pubblico anche un po’ di sassi tuoi).
può causare secchezza delle fauci.

10
signor scappatodicasa da milanopiùomeno, è lei che guarda le repliche dei “soliti ignoti” su rai premium piuttosto che uscire con una che al cinema risponde ai messaggini?
9
signora nicoletta da milanopiùomeno, è lei che di notte sbaglia numero e invece di chiamare pisello piccolo chiama il suo ex fidanzato?
8
signora alessia da roma, è lei che per digerire e smaltire il figlio dei pù deve ingerire un chilo di bifidus al giorno?
7
signora marina da popoli, è lei che prezzolata ha fatto la finta terremotata su retequattro per dire che all’aquila avevano già tutti una casa?
6
signora caterina da milano, è lei che si è sentita dare dell’accattona e della mignotta dopo aver chiesto un rimborso spese per lo stage?
5
signor cristoforo da genova, è lei che si fa pigliare per il culo tutti i giorni nella pubblicità della tim?
4
signor joseph da marktl, è lei che marciava cantando inni nazionalsocialisti per sollevare il morale della popolazione tedesca durante la seconda guerra mondiale?
3
signor bruno dall’aquila e da roma, è lei che darebbe il pancreas pur di avere nella sua trasmissione tivù erika quando uscirà dal carcere il prossimo 5 dicembre?
2
signora rebecca da chicago, è lei che mi manda tutti i giorni la pubblicità del viagra?
1
signor cocainomane dal colletto bianco da milano, è lei che mi ha rigato tutta la macchina perché le ho parcheggiato troppo vicino alla portiera che a guardare ‘ste cose io dovrei rigare duecento macchine all’anno?

mercoledì 19 ottobre 2011

fornelli disperati – cucinare nella lavastoviglie (con comodi sottotitoli)

hai mai cucinato nella lavastoviglie? consapevolmente, intendo. a me è capitato, ma non per scelta. è andata così: ho caricato l’elettrodomestico con i piatti sporchi un venerdì sera e mi sono ricordato di farlo partire il martedì mattina seguente. la coltura di ogm germogliata in quelle 85 ore sui piatti zozzi l’ho servita al gatto. tanto è sterile.
ecco.
oggi invece ho scoperto gente che cucina nella lavastoviglie in modo consapevole. la chiamano “eco-cucina a vapore”. il vapore che si sviluppa dentro alla lavastoviglie mentre lava sarebbe infatti simile a quello che si sprigiona nella cottura.
insomma, lavi e cuoci in un colpo solo. e se ci pensi, le combinazioni per risparmiare possono essere infinite. io, per esempio, entro sempre nella doccia vestito. quando porto la macchina all’autolavaggio lego preventivamente il gatto al tergicristallo. e mi asciugo i capelli col phon solo dopo essermi ancorato alla testa, con apposita retina, i surgelati da scongelare per la sera.

pagina 777 di televideo: io faccio la raccolta differenziata, verso l’otto per mille al wwf, non torturo gatti, chiudo il rubinetto quando mi lavo i denti e guiderei una macchina elettrica, se non costasse al chilo come i diamanti.
giusto per non essere frainteso da qualche guardia ecologica con l’apertura mentale di un corvo.

lunedì 17 ottobre 2011

gugol frend

stavo pensando di unirmi come “gugol frend” a diversi blog che mi piacciono.
poi, riflettendo sulla famosa battuta, ho concluso che non leggerei mai un blog che accettasse tra i “gugol frend” uno come me.

la famosa battuta è di groucho marx e fa più o meno così:
“non entrerei mai a far parte di un club dove accettano gente come me”.
se non la sapevi, sappila!

amici. 1995

“1979” degli smashing pumpkins è sempre stata una delle mie canzoni preferite. di recente l’ho risentita nella versione, delicata e avvolgente, di elisa. e mi sono chiesto qual è stato il mio “1979”.
forse il 1995 di quella vacanza in spagna con tutta la ciurma di pirati.
del nostro assalto alla movida ricordo:

la fuga senza una scarpa e la notte in montagna di intothewild inseguito da alcuni splendidi ceffi dei pub di marbella
l’altopiano della meseta illuminato da una falce di luna
il playboy della compagnia che limona tutta la sera con una chica priva di una mano
più albe che mattine
le albondigas invece del cafè con leche
il tacco di baggio-intothewild per il mio gol in tuffo di testa, che i tre pirletta spagnoli ancora applaudono
la discoteca dove entravano tutti gratis ma per noi erano sempre “quinienta pesetas”
una casa, senz’acqua e corrente la notte, affittata nel quartiere della mala per risparmiare
il p. caduto nella fontana della discoteca “quinienta pesetas”
“fattallà” degli almamegretta
una sclerata in coda a barcellona
il daiquiri alla banana
la mia solita cotta
i tramonti in spiaggia a tossa de mar
il pesce pescato e dimenticato per tre giorni in macchina
le partite a calcio negli autogrill di notte

venerdì 14 ottobre 2011

rassegna(to) stampa – parte due

sono stato anestetizzato per qualche ora, lontano da giornali, web e tiggì. tornato raggiungibile scopro che:

eto’o in dagestan ha nostalgia di via montenapoleone.
ma non quanta i negozianti di via montenapoleone ne hanno di lui.

la giovane popstar justin bieber ha superato rihanna per numero di fan su twitter.
ma rihanna continua ad avere il pisello più lungo di justin bieber.

la riapertura della caccia ha causato dieci morti in poco più di un mese (due non sono cacciatori).
d’accordo, molti meno della colonna sonora del film “titanic”.

se digiti su google “gelmini tunnel” escono 7 milioni e 740mila risultati.
se digiti “gelmini dimissioni” i risultati sono zero.

il libro più venduto in italia è “i menù di benedetta”.

anestesista, ce ne hai ancora di quella roba là?

giovedì 13 ottobre 2011

fornelli disperati – kebab completo

fanakf. zmkahh. eraqif.
e dai e dai, con i codici segreti di “tim ricarica e vinci” ho imparato il turco.
stasera dal kebabbaro faccio un figurone.
merhaba a tutti.

mercoledì 12 ottobre 2011

sportelli disperati – lo sciamano

- buongiorno, mi è scaduta la vecchia tessera sanitaria. vorrei rinnovarla.
- le è sicuramente già arrivata quella nuova a domicilio.
- in effetti non l’ho ricevuta, e nel frattempo ho cambiato casa. magari c’è stato un disguido.
- nessun disguido. sarà in giacenza al vecchio domicilio allora.
- guardi, ho chiesto alla portineria del vecchio domicilio e non hanno visto tessere giacere. però, esattamente a metà strada tra vecchio e nuovo domicilio, c’è una pizzeria: nel dubbio l’avete spedita lì?
- no. per la richiesta deve compilare questo modulo. ma come? è scaduta da sei mesi? ma si può?
- sì, l’ho fatta scadere apposta. e se avessi dei figli darei loro il latte scaduto. altri vizi non ne ho, come dice maurizio milani.

da oggi, è evidente, dovrò fare a meno del servizio sanitario nazionale. domani compro una guida degli sciamani.

lunedì 10 ottobre 2011

menischi disperati - cose che ho straparlato mentre mi svegliavo dall’anestesia

in leggera differita da un nosocomio della bassa padana, tra il conscio e il subconscio, consciato da sbatter via, eccoti in anteprima un “best of” delle cose che ho straparlato mentre mi svegliavo dall’anestesia. tutte non si può.

io e mourinho possiamo mettere la cravatta con la camicia sbottonata

la sincerità va di moda solo quando è urlata alla televisione (devo averla sentita in una canzone di daniele silvestri)

posso offrirti qualcosa?

sono ancora vivo, bastardi. e ancora più incazzato di prima

chiamate don ulrico e la pornoanestesista

gli effetti collaterali ce li ho tutti, come “carrie lo sguardo di satana”

via che vomito (al vicino di letto novantenne in stato vegetativo)

vorrei volare su ali di carta con te, saper inventare (questa cantando)

pensavate che gliela davo su? (valentino rossi quando con una gamba rotta sconfisse jorge lorenzo)

centocinquanta euro di visita e poi mi ha fatto operare dal ciccio col ciuffo?

quella ragazza lì è un luogo comune con le gambe

sto pollo bollito l’han rubato dalla mia cucina

(in risposta a “tranquillo, domani sera puoi già correre la maratona”)
allora rompimelo ancora

per tua info: testimonianze raccolte da un’infermiera biondina (mmh) e da mia sorella. povere donne. adesso il mio menisco è aggiustato. e l’immagine è rubata da soleluna.com (se l’elefante non salta sulla rete, apri l’immagine con explorer. dai, cazzo. l’ho capito io che sono ancora mezzo rincoglionito).

domenica 9 ottobre 2011

statistiche disperate – fai piano, c’è gente che dormono!

stavo spulciando le statistiche del blog. ho notato che la punta massima di visite è tra le due e le tre del pomeriggio. ne deduco che faccio digerire.
oppure che anche tu, come me, lavori un po’ di getto la mattina a botte di caffè. poi pranzi e al pomeriggio ti cala il sipario. al massimo riesci a reggere repubblica.it, facebook se ce l’hai, due cazzate su youtube e ‘na bibbita.
non ti devi vergognare. io faccio di peggio: a quell’ora dormo arrotolato come un cane sotto la scrivania.
quindi se passi dal blog a quell’ora, fai piano: se mi svegli di colpo sono di cattivo umore, pigolo per il mal di testa e per il ginocchio della lavandaia.

censimento, ultimissima

venerdì, pausa pranzo svaccatissima al parco:

- lo sai che hai dei bei piedi? è abbastanza raro che un uomo abbia dei bei piedi.
- e pensa che li ho usati anche per compilare il foglio del censimento.

mercoledì 5 ottobre 2011

le cose per cui

queste sono le cose per cui vale la pena vivere secondo woody. il film è “manhattan”.
ho provato un sacco di volte a fare il mio “elenco della vita”, ma non ci sono mai riuscito. mi verrebbe meglio una play-list delle cose che mi fanno girare le balle, ma non è il caso di renderla pubblica (tanto, tutto o quasi ruota intorno al testosterone che sale e, in misura mooolto minore, al pangasio che mi sgomma ancora sotto la finestra, al menisco rotto, ai programmi di bruno vespa o barbara d’urso e ai risultati di quella squadra di merda. tò, la play-list è uscita con le sue gambe dalla tastiera).
restiamo positivi. oggi, e solo per oggi, le mie “cinque cose per cui” sono:

il gelato alla liquirizia o la granita menta+limone
il pangasio che si schianta col motorino
attraversare il fuoco con un ghiacciolo in mano, come canta il jova
woody allen
il tramonto sul ticino con la mia superbici (bella, eh?) nonostante le zanzare che a quell’ora mordono come cerberi

mi piacerebbe sapere quali sono le tue “cose per cui”. così, per farmi i fatti tuoi. ne bastano un paio, sennò poi mi annoio a leggerle tutte. naturalmente sei autorizzata/o a cambiare idea già prima di aver finito l’elenco, come ho fatto io.
ma ricorda che è buona la prima: viva la pancia, abbasso il cervello.

martedì 4 ottobre 2011

era una vita che aspettavo di scriverlo

sono uno splendido quarantenne. era una vita che aspettavo di scriverlo.
che poi, una vita… diciamo da quando ho visto “caro diario” di nanni moretti.
che poi, quarantenne… diciamo secondo il calendario gregoriano, secondo quello che mia sorella applica a se stessa avrei trentadue anni (lei i quarantuno non li ha mai compiuti: ha iniziato a tornare indietro, trentanove, trentotto, trentasette…)
che poi, splendido… diciamo che ho ancora tutti i capelli e non ho la pancia, cosa che mi differenzia da un buon 30% di coetanei. sui capelli, soprattutto, sono abbastanza sereno: dicono conti la linea famigliare e ricordo perfettamente che per chiudere la bara del nonno dovemmo tagliargli i dreadlock.

buoni rapporti ai giardini di ottobre

l’altra sera ho incrociato una mia ex morosa. stava passeggiando e, con l'aria suadente, chiacchierava fitta fitta con pisello piccolo.
mi vede, finge di non avermi visto, vorrebbe tirare dritto. poi si fermano.
“hey, ciao, come stai?”
“conforme grazie – rispondo. – lui è il tuo nuovo ragazzo o stai facendo il servizio civile?”

e "continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri"

domenica 2 ottobre 2011

spese disperate – mi fa male la bioplastica

i fagioli rotolano sotto la smart e la coca cola è schiacciata dalla jeep: ti sembra giusto che le quattro scatolette che compro io al supermercato possano bastare per spaccare una borsa della spesa nel mezzo di un parcheggio?
non è giusto. eppure bastano.
mi sono stufato di queste sporte fatte col mais che puzzano di ragù per cani e si spaventano solo a nominare uno spigolo.
qua, inginocchiato davanti all’esselunga mentre cerco di recuperare una bonduelle sotto la macchina di un attillato che mi guarda polemico dietro lenti dolce e gabbana, mi arrendo.
viva la plastica, il petrolio, le ecomafie e i cambiamenti climatici.
a chi dovrei lasciare un mondo migliore?
a questo pederasta diciannovenne abbronzato, accompagnato da una decerebrata che traballa sui tacchi, preoccupato che io gli stia sottraendo il tubo di scappamento?
o al tredicenne con lo sguardo da pangasio che mi ha sgommato sotto la finestra per tutta l’estate?
forse ai suoi genitori di quasi cinquant’anni (ma ancora fertili, temo) che sbavano per sapere se meredith è colpevole e girano con il colletto della polo girato all’insù, lui, e la pancia di fuori, lei, e danno 50 euro al pangasio per comprarsi le mutande di fabrizio corona e anche di più alla pangasia per la borsina just cavalli?
o magari ai figli che le mie ex fidanzate faranno accoppiandosi con qualche pisello piccolo?

vado a farmi una doccia fredda.
se hai visto dove ho appoggiato il cervello fammi una telefonata. e portami una coca cola che mi fa digerire la bioplastica.

cip & ciop. ed è record

niente, il titolo non vuole dire niente, e non ho niente da dire.
solo che questo è il post numero 54 dell’anno e così pareggio il record del 2009.
preoccupati: a colpi di cip & ciop potrei anche insidiare quello del 2008.

suonano alla porta, sono venuti a prendermi.
ho cambiato anche la foto del profilo ma mi hanno trovato lo stesso.
abbi cura di te e che dio mi perdoni.