nella coda del mattino c’è un anonimato affascinante. tutti uguali, uno dietro l’altro, tutti in fila. prima, seconda e, molto di rado, terza. camion, smart, suv e cinquecento. nelle orecchie, erretielle, digei, conigli che ruggiscono, radiopopolari, rassegne stampa, travestiti moralisti o compact disc. più spesso, telefonini. tutti a farsela passare, nell’attesa di scavalcare finalmente quel semaforo o quella rotonda messa lì da un assessore che deve aver studiato la viabilità a sumatra.
ma c’è sempre qualcuno che cerca di uscire dall’anonimato, e sfreccia beatamente a sinistra della fila rischiando il frontale con i salmoni che risalgono controcorrente. io preferisco restare quatto tra gli anonimi, a invidiare i salmoni che trovano acqua libera salvo in caso di frontale col protagonista del giorno. secondo me l’anonimato è ormai la più somma tra le virtù, e non solo se sei in coda al mattino. oggi ci credo davvero, a costo di essere ricordato come il secondo degli 883.
domani, poi, magari cambio idea e parto in quarta in corsia di emergenza, tanto le cose che scrivo qui hanno il valore di un giorno o due, come le farfalle. e certe volte nemmeno quello.
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