venerdì 12 novembre 2010
dal cuore al colon
qualche sera fa, chiacchierando con un amico che non vedevo da un po’. tra il più e il meno ci ha infilato un riassunto della sua ultima, sventurata vicenda sentimentale. niente di eclatante: una storia come tante che comincia bene, decolla, poi sta lì, s’inclina, s’incrina e fa crac. se la guardi da un punto di vista anatomico, è una storia che comincia dal cuore, poi scende e comincia a dare mal di fegato, ribaltamenti d’intestino e, finalmente, arriva nel colon. a quel punto basta un activia e passa tutto. dal cuore al colon la strada è più breve di quanto si pensi.
venerdì 22 ottobre 2010
cepu-cell
ho ricevuto un comunicato che tesse le lodi di un nuovo telefonino di uso “molto comodo e intuitivo”. è di quelli con tre o quattro grandi bottoni, collegati a tre o quattro numeri, e un enorme tasto sos. a prova di idiota, insomma.
ora, passi che la signorina dell’ufficio stampa abbia il mio indirizzo e-mail, ma che conosca anche le mie capacità mentali m’inquieta un po’.
nel ringraziarla, signorina, mi dica: da chi ha saputo che per finire il liceo scientifico ho dovuto fare la terza e la quarta insieme?
ora, passi che la signorina dell’ufficio stampa abbia il mio indirizzo e-mail, ma che conosca anche le mie capacità mentali m’inquieta un po’.
nel ringraziarla, signorina, mi dica: da chi ha saputo che per finire il liceo scientifico ho dovuto fare la terza e la quarta insieme?
lunedì 27 settembre 2010
san francisco masochisto
sabato pomeriggio di pioggia, sudovest di milano. l’aspirapolvere è impegnato tutto solo nel tentativo di pulire uno strato di polvere del paleolitico. non è fantascienza. io di solito mi organizzo così: lo accendo e poi lo lascio fare. a furia di contorcersi dopo un po’ si strappa la spina da solo. e qualcosa nel frattempo ha aspirato. mentre lui si dibatte io resto steso sul divano, quando – con vibrazione quasi piacevole nella tasca del jeans – un sms di un amico in viaggio a san francisco mi distoglie dalla semi-paralisi. scrive più o meno: “città bellissima, blablabla, pieno di matti, blabla, pensa che domani c’è il raduno dei masochisti. come va lì?”. rispondo più o meno: “qui clima e umore autunnale. magari ci vediamo al raduno”.
avviso ai naviganti: il raduno dei masochisti andrebbe in realtà organizzato durante una qualsiasi proiezione di “mangia, prega, ama” con julia roberts. per una serie di sfortunate coincidenze l’ho visto nel week end: tornato a casa, per riprendermi ho dovuto guardare per due ore le televendite dei tappeti.
ps: un favore, se hai visto il film dimmi qual è la tua scena o macchietta preferita. io voto javier bardem doppiato con accento di vicenza (ma spacciato per brasiliano): usgesgè, usgesgè, e un’altra ombra di quel bon. se l’hanno fatto apposta ritiro le critiche e mi scuso: in questo caso si tratta del film comico del secolo.
avviso ai naviganti: il raduno dei masochisti andrebbe in realtà organizzato durante una qualsiasi proiezione di “mangia, prega, ama” con julia roberts. per una serie di sfortunate coincidenze l’ho visto nel week end: tornato a casa, per riprendermi ho dovuto guardare per due ore le televendite dei tappeti.
ps: un favore, se hai visto il film dimmi qual è la tua scena o macchietta preferita. io voto javier bardem doppiato con accento di vicenza (ma spacciato per brasiliano): usgesgè, usgesgè, e un’altra ombra di quel bon. se l’hanno fatto apposta ritiro le critiche e mi scuso: in questo caso si tratta del film comico del secolo.
venerdì 24 settembre 2010
sette di sera
non capisco, ma in fondo non m’importa, perché molta gente se ne va dalla spiaggia presto per inseguire un aperitivo con la camicia pulita e il uaca uaca. io vorrei che al mare il tempo si fermasse proprio tra le sette e le otto di sera. che quell’atmosfera lì fosse per tutto il giorno. che quell’umore lì fosse per tutta la vita. guardo l’orizzonte e non me ne frega niente se non so nuotare, se mi sono scottato, se domani devo ripartire, se… me ne frega solo di quella luce lì.
(diobò, quante balle bisogna inventarsi quando non si sa ballare il uaca uaca)
(diobò, quante balle bisogna inventarsi quando non si sa ballare il uaca uaca)
lunedì 13 settembre 2010
un uomo vero si vede dal marciapiede
seguendo qualsiasi forma di sport trasmetta la televisione, mi sono appassionato un po’ anche alle evoluzioni della pattinatrice carolina kostner. ma non è per questo che tempo fa, nel bel mezzo di un gelido inverno, mentre accompagnavo verso casa una fanciulla mi sono esibito in un tuffo carpiato con avvitamento su ghiaccio. tutto bello, sebbene involontario, a eccezione dell’atterraggio: l’impronta gelata che ho lasciato sul marciapiede era onesta ma abbastanza scomposta.
adesso che ci ripenso, in quel mese di gennaio sono scivolato ovunque, su strade, marciapiedi e nel bosco, senza limiti di tempo, di spazio e di spettacolarità. da solo o in compagnia. per fortuna che il mio fisico da intellettuale mi ha sempre permesso di cadere con stile e di rialzarmi con prontezza. che bello se diventasse trendy: esci con una ragazza e per impressionarla rotoli giù brutto dal marciapiede. a ibiza c’è gente che si butta nelle piscine dai balconi degli hotel (www.mefeedia.com/watch/32493404). si chiama balconing. e allora? vuoi mettere il coraggio che ci vuole a rialzarsi con dignità dopo il “marciapiedoning”?
adesso che ci ripenso, in quel mese di gennaio sono scivolato ovunque, su strade, marciapiedi e nel bosco, senza limiti di tempo, di spazio e di spettacolarità. da solo o in compagnia. per fortuna che il mio fisico da intellettuale mi ha sempre permesso di cadere con stile e di rialzarmi con prontezza. che bello se diventasse trendy: esci con una ragazza e per impressionarla rotoli giù brutto dal marciapiede. a ibiza c’è gente che si butta nelle piscine dai balconi degli hotel (www.mefeedia.com/watch/32493404). si chiama balconing. e allora? vuoi mettere il coraggio che ci vuole a rialzarsi con dignità dopo il “marciapiedoning”?
giovedì 9 settembre 2010
scrivanie disperate – consigli per il rientro

1) nostalgia della spiaggia? ricorda, insieme alla rovesciata fatta per impressionare qualche sgabuzzino in costume, anche la semi paralisi che ti ha lasciato in eredità. che con l’inverno padano può solo migliorare.
2) la sveglia la mattina t’importuna? niente che non si possa risolvere con una sonora bestemmia seguita da un “posponi”.
3) se non riesci a digitare “posponi” perché troppo rincoglionito (tipo che fai partire due chiamate, ti colleghi a internet e mandi un sms a tuo zio, defunto da una settimana, ma la sveglia continua a trillare) alzati e comincia a manifestare i sintomi di una malattia immaginaria. e avvisa subito in ufficio: la voce nasale del risveglio può essere confusa con un principio di tubercolosi.
4) presentati con un paio di bermuda improponibili al lavoro e starnutisci malamente accusando l’ambrosia, che va di moda. vedrai che un paio di giorni di permesso te li danno ancora.
5) pranza leggero: una digestione difficoltosa rallenta i riflessi pomeridiani, fondamentali quando dalla tua porta spunta il capo e la finestra di youporn va chiusa in tempi stretti.
6) e se proprio… non dimenticare che l’ufficio è l’unica parte divertente della giornata. almeno fino a quando non ricomincia il dottor house.
lunedì 6 settembre 2010
scrivanie disperate - che cosa si fa per campare
i lavori nell’era del digitale e della creatività riservano sorprese e cotillon. qualche tempo fa, per esempio, ho ricevuto un comunicato via mail con l’oggetto e il testo seguenti (giuro che è vero):
“oggetto: boglo, nuova collezione ovilia by giulio attiecchi
testo: alleghiamo foto e schizzi dell’orinatoio ovilia di boglo disegnato da giulio attiecchi”
ora, io amo il design e come tutti urino. per questo sarei anche interessato a un pisciatoio di bell’aspetto. non è questo il punto. mi chiedo piuttosto come abbiano fatto ad allegare gli schizzi. naturalmente, mi sono guardato bene dall’aprire quegli allegati. quindi non lo saprò mai.
ps: i nomi del maestro, del prodotto e dell’azienda sono “remixati” a mio gusto per non urtare la sensibilità degli uffici marketing e delle rispettive prostate e vesciche.
“oggetto: boglo, nuova collezione ovilia by giulio attiecchi
testo: alleghiamo foto e schizzi dell’orinatoio ovilia di boglo disegnato da giulio attiecchi”
ora, io amo il design e come tutti urino. per questo sarei anche interessato a un pisciatoio di bell’aspetto. non è questo il punto. mi chiedo piuttosto come abbiano fatto ad allegare gli schizzi. naturalmente, mi sono guardato bene dall’aprire quegli allegati. quindi non lo saprò mai.
ps: i nomi del maestro, del prodotto e dell’azienda sono “remixati” a mio gusto per non urtare la sensibilità degli uffici marketing e delle rispettive prostate e vesciche.
mercoledì 4 agosto 2010
vacanze
da domani sono in vacanza. però non so bene dove andare: se esiste, credo di essere in preda alla sindrome dell'eccesso di libertà. così ho deciso che resterò in ufficio, ma senza lavorare troppo però.
se qualcuno mi cercasse sono quello dentro la stampante:
http://www.youtube.com/watch?v=Dl9BDaGsQu8
se qualcuno mi cercasse sono quello dentro la stampante:
http://www.youtube.com/watch?v=Dl9BDaGsQu8
martedì 20 luglio 2010
fornelli disperati – l’esibizionista
ho ricevuto una mail da un’amica con una richiesta di collaborazione (assai ardita, per quanto mi riguarda). la signora lavora per una rivista economica di cucina che accoglie ricette inviate da lettrici e lettori. per rimpolpare la rubrica, cerca cuoche e cuochi esibizionisti che si facciano fotografare col frutto di una loro fatica, antipasto o dolce che sia. insieme allo scatto in digitale bisogna mandarle anche la lista degli ingredienti e un po’ di storia del piatto (tramandato dalla nonna, imparato in viaggio, copiato da un libro, rubato al cane del vicino, giusto per i compleanni, per strozzare il capo o fargli venire almeno il cagozzo).
ho declinato gentilmente il suo invito, evitando di spiegarle che sono l’inventore del “kit di sopravvivenza” adottato anche nelle missioni spaziali della nasa (scatoletta a scadenza illimitata, insalata lavata, pressurizzata e premasticata, barretta dopata per ciclisti e ragù “a chilometri zero” surgelato dalla mamma). l’ho ringraziata e, dopo averle spiegato che avrei fatto chiudere la rubrica con un solo antipasto freddo, mi sono però impegnato a spargere la voce. se qualcuno che legge non appartiene alla tribù dei fornelli disperati e c’ha una vaga voglia di celebrità mi scriva a scappatodicasa@gmail.com che agevolo il contatto.
ho declinato gentilmente il suo invito, evitando di spiegarle che sono l’inventore del “kit di sopravvivenza” adottato anche nelle missioni spaziali della nasa (scatoletta a scadenza illimitata, insalata lavata, pressurizzata e premasticata, barretta dopata per ciclisti e ragù “a chilometri zero” surgelato dalla mamma). l’ho ringraziata e, dopo averle spiegato che avrei fatto chiudere la rubrica con un solo antipasto freddo, mi sono però impegnato a spargere la voce. se qualcuno che legge non appartiene alla tribù dei fornelli disperati e c’ha una vaga voglia di celebrità mi scriva a scappatodicasa@gmail.com che agevolo il contatto.
lunedì 28 giugno 2010
interferisco

poi un giorno mi avvicino a un portone e stavolta, cazzo, la luce che non c’era s’accende. è la svolta, dico. il trend che s’inverte. e m’aspetto l’aumento, tre mesi di vacanze sull’isoletta, jennifer aniston… invece era solo la tecnologia “intelligente”: hai bisogno di luce, passante? eccotela, ma solo per il tempo necessario. infatti l’aumento si rivela una mancia, la vacanza è di una settimana sull’adriatico e jennifer aniston è tornata sul poster da dove era scesa.
ps: qualcuno sul web dice che gli smorza lampioni come me rientrano nel fenomeno dello street lamp interference (sli). dunque – anche se non ho capito se c’è una base scientifica legata ai campi elettromagnetici, se ci son di mezzo gli ufo, se devo chiamare un prete o il dottore – confesso di essere uno slider.
giovedì 17 giugno 2010
il porta-slide
sapevo dell’esistenza dei portaborse. ma il porta-slide non l’avevo mai visto.
convegno a roma, pochi giorni fa: il portavoce di un ministro sale sul palco per il suo intervento accompagnato da un poveruomo sulla quarantina che gli si siede di fianco. il portavoce lo presenta e ne illustra il ruolo, strategico, alla platea: “il dottor taldeitali ci aiuterà nella presentazione cambiando le slide”.
è così: il gattopardo s’è magnato pure la chiavetta usb.
convegno a roma, pochi giorni fa: il portavoce di un ministro sale sul palco per il suo intervento accompagnato da un poveruomo sulla quarantina che gli si siede di fianco. il portavoce lo presenta e ne illustra il ruolo, strategico, alla platea: “il dottor taldeitali ci aiuterà nella presentazione cambiando le slide”.
è così: il gattopardo s’è magnato pure la chiavetta usb.
rimpianti (non miei)
“ho alcuni rimpianti. ci sono molte cose che mi sarebbe piaciuto fare e che non farò mai. non dirigerò mai l’orchestra filarmonica di vienna. non sarò mai re di svezia. non farò mai il domatore di tigri. non piloterò mai il concorde. non diventerò mai un campione olimpico. non attraverserò mai l’atlantico a remi. non sarò mai eletto presidente degli stati uniti. non metterò mai piede sulla luna. non diventerò mai accademico di francia. non vincerò mai il roland-garros. non sposerò mai julia roberts. non scalerò mai la vetta dell’everest. non registrerò mai tutte le sonate di scarlatti (cinquecentocinquantacinque). non diventerò mai papa. non dipingerò mai la gioconda. non farò mai il triplo salto mortale. non ballerò mai il lago dei cigni al bolscioj”.
jean-louis fournier
jean-louis fournier
martedì 2 marzo 2010
schifezze

e tu che pensavi che casa tua fosse un cesso, solo perché non lavi i piatti da due sere e c’hai la polvere sui mobili che starnutisce quando le passi vicino.
sabato 27 febbraio 2010
anticipo
basta un po’ di sole e dieci gradi nell’aria che comincio con gli starnuti allergici. questa cosa di essere sempre in anticipo mi logora: devo prendere gli antistaminchia un mese prima degli altri, vomito prima di salire sulla gondola, ho il mal di schiena prima di andare a correre, compro le pentole prima della gita in autobus a livigno, scelgo i maglioni già larghi per il timore che poi si allarghino. e in ufficio arrivo anche con 24 ore di anticipo su quelli che quel giorno lì stanno a casa. se ne può più.
pronto per la pasqua

“dai dati in mio possesso sembrerebbe uno che può concedere qualche deroga alle regole della fisica, che può tutto quello che vuole ma non può volere il male, che è ovunque, ingenerato, increato, eterno, perfetto, incausato, motore immobile, ingravidatore di vergini, consustanziale a suo figlio e a un volatile, infinitamente buono, distruttore di città, parlante attraverso roveti ardenti, unico, giusto, teleologicamente coerente, ontologicamente provato, costantemente impegnato a estrinsecare il puro atto, che fa piangere sangue di gallina alle madonnine di gesso e che nel frattempo trova il tempo per farsi rappresentare in via esclusiva da un anziano signore con dei buffi copricapi e l’accento da sturmtruppen e per interessarsi massimamente di quello che due adulti consenzienti fanno sotto le lenzuola”.
prima legge della termodinamica
"prima legge della termodinamica: prima o poi tutto si trasforma in merda".
woody allen
woody allen
venerdì 5 febbraio 2010
scrivanie disperate - la fuga

mercoledì 13 gennaio 2010
scrivanie disperate - la pausa caffè

thè al limone. servito al sapore di “spic e span”, un detersivo che – come il biscottino per proust – mi ricorda l'infanzia. può interrompere per ore le funzioni renali.
caffè normale. se ne bevi più di due tazze in un giorno ti addormenti l’anno successivo. la quarta, poi, è letale: per questo, intorno alle cinque del pomeriggio, a noi caffeinomani può capitare di avvicinarci alla macchinetta dicendo “mi faccio un sindona”.
cappuccino. semplicemente sconsigliato. la preparazione del brodo avviene con una cialda denominata “bevanda bianca”. la spacciano per latte in polvere. ma sospetto sia utilizzabile anche per la fecondazione assistita.
thè nero. il peggiore (ammesso sia possibile trovare un peggiore). è grossomodo l’equivalente di un esame delle urine di un grosso erbivoro.
caffè d’orzo. se, dopo averlo passato per bene sui pavimenti, ti strizzi un mocio vileda in bocca ottieni lo stesso gusto. l’odore invece non è replicabile.
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