domenica 16 novembre 2008

qualcosa di più

dicono che da macondo non si va via. eppure qualche anno fa me n’ero andato. ma poi, siccome da macondo, in fondo, non si va via, quattro mesi fa ci son tornato. ora, in un qualsiasi giorno di novembre, ho trovato la forza per andarmene di nuovo. per andare a star meglio, dicono. ma senza essere giocondo. perché macondo, in fondo, ti frega. mi frega. c’ha sempre fregato. perché macondo, tante volte, non si è spento alle 19:00 insieme al mio computer. a macondo ci sono gli amici, i pittori da intervistare e i grandi discorsi sul futuro. ma il futuro non arriva mai.
devo dire grazie al mio amico b che si è inventato la definizione di macondo per quell’ufficio dove lo lascio e che abbiamo condiviso per un po’. spero che se ne vada anche lui prima che arrivi il biblico vento che, come nel libro di garcia marquez, spazzerà via macondo.
per una volta ho giocato d’anticipo nel lavoro come quando giocavo a calcetto. e, a ripensarci, con i pantaloni corti anticipavo bene. vediamo se mi riesce anche con quelli lunghi. in fondo sto solo cercando qualcosa “di più”, come dice questa bella canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=x-_31kdQFWs&feature=related

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