martedì 23 giugno 2009

replica

accendo la radio. al posto di uno dei miei programmi preferiti trovo un collage di robe registrate lo scorso inverno. al telegiornale hanno già mandato in onda il solito servizio del 2003 sul boom dei consumi di gelato che coincide con i primi caldi. bon. mi sento autorizzato a ripubblicare anch’io una roba che ho scritto un anno fa. control+c, control+v e siamo apposto.
che c’hai de fresco?
qualsiasi tiggì, un’edizione qualunque. da quando è smesso di piovere e ha cominciato a far caldo come in vietnam, nessun notiziario ne può fare a meno: tutti hanno il loro bel dottorone che si prodiga in consigli utili ai presunti idioti afflitti dalla calura. il professore – di solito un primario, intervistato dalla palombelli di turno – non ha dubbi: “italiani, dovete bere almeno due litri d’acqua al giorno, mangiare frutta e non uscire nelle ore più calde”.
il problema è che stando in casa nelle ore più calde, gonfi d’acqua e banane come zampogne, si finisce per guardare i telegiornali. meglio uscire, collassare dopo due bicchieri di bianco ghiacciato e l’impepata di cozze, chiudere cani e figli in macchina sotto il sole e poi finire tutti insieme al pronto soccorso dove trovi un dottore che fa il suo lavoro, al contrario dello specialista che spara cazzate in tivù.

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