domenica 31 maggio 2009

sette contro sei

non aveva mai saltato una partita. ma venne il giorno. intendiamoci, era giustificato: la bambina era nata da una settimana e quel sabato pomeriggio era il suo primo sabato pomeriggio a casa. nonostante la gioia di quella famiglia accresciuta avevo colto nel tono della voce un sottile rammarico nel vedere il pantaloncino corto che sarebbe rimasto ripiegato nell’armadio. allora mi sono sentito in dovere di rincuorarlo: “dimostrati da subito un padre degenere – gli ho scritto: – lascia tua moglie a casa ad allattare e vieni a giocare. vedrai che la bimba quando sarà grande capirà. anche se ti vengono i servizi sociali a domicilio per un’ispezione, otto volte su dieci finisce lì. al massimo fai un paio di mesi dallo psicologo del comune e magari ti danno anche un assegno sociale”.
non venne e giocammo dispari per un’ora (sette contro sei). da allora tutte le sere infilo sotto gli zerbini dei compagni di squadra del calcetto un preservativo omaggio. in cambio pretendo di non pagare l’affitto del campo per tutto l’anno.

Nessun commento: