
maledetta primavera: adesso capisco. la primavera, me la ricordo anch’io cara amica erre, è quella di tre anni fa quando perdesti la testa per quello che adesso è tornato. e insieme alla testa perdesti anche la speranza di una vita un po’ meno da spettatrice. però, tornata a fare la spettatrice, stai scoprendo piano che si soffre un po’ meno di fronte ai ritorni. ne sono sicuro cara amica erre. forse è solo merito del tempo che passa. e forse un giorno gli attori ti daranno un premio come “miglior spettatrice non protagonista”: hai presente quei premi per quelli che pagano sempre il biglietto, se c’è da ridere ridono, se c’è da piangere lo fanno piano, per non disturbare in sala, non spingono per entrare e nemmeno per uscire? il premio sarà un’altra comparsata di un paio di mesi. il palco sarà bello, il copione anche. comincerai a recitare, sentirai i violini e – pam!pam! – arriverà il regista. pam!pam! con due colpi di pistola. e – pam!pam! – la tua parte la darà a qualcun altro. speri di no, fai gli scongiuri, mi dai del disfattista. ma lo sai che andrà così. e allora, cara erre come ragione, sii ragionevole: mettiti comoda sulla tua poltrona e almeno goditi il prossimo spettacolo.
1 commento:
Forse l'importante è non essere sopettatori di noi stessi.
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