giovedì 22 ottobre 2009

navigando...

"susanna tamaro non scriverà più romanzi. cosa regalerò a chi mi sta sul cazzo?"
roberto rosas
(l'ho letta su internet e, come l'altra volta, non riesco a smettere di ridere)

mercoledì 21 ottobre 2009

cercasi zanzara disperatamente

tò, è arrivato il freddo. è stato via per nove mesi e mi ero dimenticato di com’è fatto. qui dove s’incrociano i navigli ci saranno sì e no 3 gradi. la mano che tiene il mouse è di ghiaccio, e non trovo nemmeno una zanzara da ammazzare per scaldarmi un po’. pensare che fino a ieri le credevo immortali.

mercoledì 14 ottobre 2009

vitamina

è un periodaccio. in ufficio faccio spesso tardi, e non per scelta, sia chiaro. io faccio fatica a far fatica. e adoro lamentarmi. l’altra sera, mentre sbuffavo in coda verso casa, mi sono tornati in mente i dieci comandamenti dei nati stanchi. alcuni sono memorabili: “ama il tuo letto come te stesso”, “se vedi qualcuno riposare, aiutalo”, “di troppo riposo non è mai morto nessuno”, “quando ti viene voglia di lavorare, siediti e aspetta che ti passi”.
più tardi a casa invece del caffè ho preso un’estrema unzione.

giovedì 8 ottobre 2009

fornelli disperati – criminal mais

il mio cibo-seriale m’ha tradito. e ho passato la notte dell’innominato: fiamme nello stomaco, sudori freddi e poi bollenti, tracce di citrosodina sul lenzuolo. mentre il campanile rintoccava le tre, io masticavo una bustina di tisana camomilla e finocchio.
chissà quale delle dieci scatolette che ho aperto ieri sera mi ha fatto male. sospetto quella di mais, ma ho un solo indizio per condannarla: ne avevo comprate due circa tre anni fa e una se n’è andata con le sue gambe in pattumiera la scorsa settimana. per evitare una seconda fuga, l’altra l’ho mangiata.

mercoledì 7 ottobre 2009

a colpi di sedano

ho lavorato per qualche tempo in un ufficio a clamorosa maggioranza femminile. tanto che, quando parte il giro di e-mail per organizzare un ritrovo tra ex, l’esordio è sempre “ciao a tutte”. ma non è solo per questo che io e l’altro poveretto senza il ciclo in copia conoscenza, ormai, a quegli inviti non rispondiamo quasi più.
l’ufficio era divorato da competizioni olimpiche e odi trasversali. che, come per magia, sembrano sopirsi quando si decide di organizzare l’aperitivo. poi però quelle tensioni riemergono piano piano anche in formato elettronico.
intorno alla trentesima e-mail le ex colleghe riescono di solito a stabilire una data buona per il drink, che salta immancabilmente dopo 12 secondi – il tempo di un “invia-ricevi” – perché quella che l’aveva proposta si ricorda di avere tai chi. alla quarantesima e-mail è invece piena bagarre sulla scelta del locale. qui il duello in punta di sedano esplode, e il partito delle vegane minaccia querele a quello delle vegetariane morbide “se non si va alla latteria ecomacrobiotica”. la distensione viene ritrovata solo nel nome della gravidanza di una delle contendenti: in questo caso l’aperitivo si può fissare anche in una tabaccheria in circonvallazione frequentata da pregiudicati, purché sia sotto casa dell’amica in dolce attesa.
poche ore prima del ritrovo arriva sempre la mail numero 57, risolutiva: l’ex collega ha appena dato alla luce un porro. e l’aperitivo, anche per quest’anno, è rinviato.

venerdì 2 ottobre 2009

approvazioni

mi capita di fare un lavoro per un cliente. come al solito, la consegna è urgentissima. faccio, spedisco e attendo il via libera per procedere con la versione approvata. com’è ovvio, la data oltre la quale, in assenza del lavoro finito e vistato, si sarebbe sciolto anche l’ultimo pezzo di polo sud e gesù sarebbe ridisceso sulla terra (ma stavolta incazzato), passa.
l’imprimatur non arriva. e io penso al documento che svolazza da una e-mail all’altra, sollecitando, con quel fastidioso punto esclamativo rosso, approvazioni sempre più in alto, sempre più in alto e ancora più in alto.
al decimo giorno dopo la “dead-line” (come dicono quelli bravi), constatato che il polo sud non c’ha ancora detto addio e di tre strani tizi carichi di doni a bordo di cammelli non si ha notizia, mi convinco che il lavoro non era poi così urgente. non mi capacito, invece, del perché un’azienda che si occupa di tecnologia debba far approvare una newsletter, oltre che dall’amministratore delegato, anche dal vaticano e da obama. poi scopro il vero intoppo: stanno attendendo l’ok dell’ex presidente e fondatore, defunto poco più di un anno fa. e il medium è a casa con l’influenza suina.