martedì 14 aprile 2009

l'acqua di pasquetta non è santa

pugni appoggiati sul tavolo a compensare un equilibrio ormai smarrito. sguardo vuoto verso l’orizzonte degli altri commensali. colorito giallastro che nemmeno in vietnam. labbro inferiore tremolante. irritabilità evidente.
nelle tre ore precedenti l’amico alle prese con l’arduo scoglio della digestione aveva ingerito (non ricordo se proprio in quest’ordine): due flut di bianco con bollicine, tre salamini al barolo, due bicchieri di grignolino, due tomini con aglio e peperoncino, un etto di carne cruda condita, tre bicchieri di barbera del monferrato, un piatto di affettati misti, un bicchiere di acqua naturale a temperatura ambiente, due etti di pane, peperoni in bagna cauda, abbondante lingua in salsa verde virata visitors, un richiamo di grignolino, imprecisate fette di vitello tonnatissimo, tre buste di grissini “baléngo”, vol au vent alla fonduta, agnolotti al ragù di carne, un richiamo di barbera, risotto agli asparagi, un bicchiere di acqua gassata piuttosto fredda, fritto misto alla piemontese (cervello, fegato, mela, amaretti, bistecchina, salsiccia e banana), un ulteriore richiamo di barbera, capretto con contorno di carote saltate con cipolla e amianto di casale, fragole con zucchero e limone (in cucina era finito l’aglio), un flut di moscato, discreta porzione di tiramisù fatto in house, caffè, due grappe e amaro della casa. e altri due grissini “baléngo”.
circa un’ora dopo, mentre guardiamo dalla collina il sole allungare l’ombra della centrale nucleare di trino vercellese, l’amico mi rutta in faccia un: “lo sapevo che non dovevo bere l’acqua fredda”.

2 commenti:

Debora ha detto...

Lo sapevo che era colpa dell'acqua fredda....

metiu (scappato di casa) ha detto...

è sempre colpa dell'acqua fredda, cara debby. fa ruggine ;)