martedì 30 settembre 2008

il non famoso

milano-roma, atterraggio all’aeroporto di fiumicino. un amico coraggioso è appesa sceso da un volo alitalia o cai (club alpino italiano?) o come si chiama adesso. scrive: “sto leggendo le vostre mail dall’aeroporto e non posso fare a meno di dirvi che ho viaggiato di fianco a mango, con caterina caselli e mario capanna la fila avanti. due file oltre c’era la lessa”. temo abbia mentito sulla destinazione: stava andando in honduras come non famoso all’isola dei famosi.

non si sa più come vestirsi

metà settembre, mi arriva una mail da formentera. è di un amico sacramentante che si sta facendo una settimana di vacanza sotto l’acqua. è lo stesso con cui nell’agosto del 2007 ho condiviso cinque giorni (su otto) di piogge monsoniche in sardegna e altrettanti in montagna, con la sola differenza che nel secondo caso ci si è mischiata anche un po’ di neve. e ricordo un’anziana sarda che in coda al bancomat mi disse: “è dal 1979 che qui non pioveva cinque giorni di fila”. non commentai e, seppur con rammarico, ne presi atto, anche se la voglia di percuoterla con del pecorino fu forte.
mi sono sentito invece in dovere di rispondere alla mail dell’amico: “ormai sei in grado di far piovere ovunque – gli ho scritto –. organizza un mese nel biafra che risolviamo una fetta dei problemi dell’umanità”.
bon, oggi non ho proprio voglia di lavorare se mi sono messo a parlare del tempo, e pure da solo.

16 agosto

metti una sera a sentire un concerto. metti che il concerto è al mare. metti che la cena è un gelato da mezzo chilo. metti che quella sera è nel bel mezzo delle vacanze. metti che c’è pure l’eclissi di luna. metti che dalla spiaggia all’arena arriva una brezza da pelle d’oca. metti che la pelle d’oca ti viene anche per qualche canzone. metti che al concerto è pieno di belle ragazze. metti che dopo un sacco di tempo stai cominciando a ritrovare il piacere di guardare quanto sono belle. metti che trovi un bel posto per piantare la tenda dopo il concerto. metti che un cinghiale rumoreggia intorno alla tenda. metti che il tuo amico “intothewild” lo allontana con la pila. metti che ci dormi sopra. metti che, quando torni nella civiltà, la colazione del 17 agosto ti sembra la più buona da un bel po’. metti che per due giorni nella tua testa ci son meno bestie che nella foresta. metti che un mese dopo qualche bestia comincia a tornare. metti che forse trova chiuso.

giovedì 25 settembre 2008

un analcolico biondo per l’innominato

non ho l’età, non ce l’ho più, non ce l’ho mai avuta. ieri sera ho fatto tardi e oggi in ufficio mi sentivo un grande invalido. nemmeno un’idea buona, sbadigli da slogarmi la dentiera, difficoltà anche nel fare solamente “invia e ricevi”. quattro caffé in otto ore non sono bastati: adesso ho giusto un principio di palpitazione cardiaca ma il sonno è sempre lì, appollaiato dentro e non se ne va. tutta colpa di un amico che ieri ha festeggiato il suo trentanovesimo compleanno, un numero che fa paura solo a dirlo. niente di che: quattro chiacchiere, un paio di birre, cose così. ma non si festeggia il martedì alle 22:30, mannaggia ai tuoi 39 anni. il martedì alle 22:30, al massimo, si può allenare il pollice sul telecomando, soprattutto se cade d’autunno quel martedì. fatto sta che per mandar giù torta e bigné ho bevuto pure un caffé notturno e un cocktail, e a quest’ultimo non ci sono abituato. risultato: la notte dell’innominato di manzoniana memoria. metà l’ho passata a guardare lezioni di fisica teorica su rai due, l’altra metà a cercar di capire quanto gas c’era nel cocktail (probabilmente si chiamava “eni” e non “americano”). e poi una sete antica: ho finito l’acqua che c’era in casa (tre bicchieri) e sono passato al crodino. era l’unico liquido a portata di mano, a parte il detersivo per la lavastoviglie. ne ho bevuti due evitando di accompagnarli con le olive, sennò era un aperitivo e dovevo invitare anche victoria cabello con lo scimpanzè. e alle 3 e 45 mi sembrava di disturbare.

martedì 16 settembre 2008

o famo eco?

scopro in questi giorni che anche facendo l’amore si può inquinare. così, almeno, dice una nota associazione di ecologisti senza limiti. che ha stilato un decalogo per essere “verdi” anche sotto le lenzuola. suggeriscono, tra l'altro, di farlo a luci spente (e fin qui...) e in un letto di legno proveniente da foresta certificata ("aspetta amore, che sti fenomeni dell'emmebislunga non hanno la certificazione"). ma è un crescendo: agli amanti dello "spanking" (le sculacciate) chiedono di usare frustini fatti di materiale non inquinante e naturale (magari il granito?). sconsigliano poi di usare eco-lubrificanti a base di petrolio (minchia sono?). gran finale: per risparmiare acqua la doccia è meglio farla insieme. una bella doccia fredda a sto punto e poi a nanna, che a me sta eco-trombata mi pare un pò un casino.

giovedì 11 settembre 2008

martedì 9 settembre 2008

sorpresa

la psicosi sicurezza è ormai fuori controllo. anche in germania. leggo che metteranno al bando l’ovetto kinder: è pericoloso per il bambino che potrebbe confondere la parte-cibo e la parte-gioco che stanno a contatto. fossi un bambino m’incazzerei: “oh, guarda che sono piccolo mica coglione!”. però almeno i tedeschi fanno sul serio: se s’impuntano l’ovetto sparisce con tutte le sue sorprese. mica come in italia dove le nuove leggi e i giri di vite durano il tempo di un’estate. ci pensavo proprio ieri sera, preoccupato perché stavo al volante dopo una birra media ma orgoglioso di parlare al telefonino con l’aiuto di un auricolare. davanti a me sbandava da destra a sinistra una smart e ho pensato: chissà cosa si è bevuto… ma và, parlava al cellulare (senza auricolare) fumando una sigaretta. il tutto davanti ai vigili, troppo impegnati a sanzionare due mezze ruote parcheggiate sulle strisce pedonali per fermare il cretino zigzagante.