mercoledì 30 marzo 2011

ombrelli e sedie elettriche

mi unisco con scarso entusiasmo a una cena nel cuore della city milanese. l’invito arriva da un amico con fidanzata ed è piuttosto generico: “dai, vieni! c’è anche altra gente simpatica”. “l’altra gente simpatica” si rivela una tizia per la quale – specchio riflesso – anch’io devo essere “l’altra gente simpatica”.
dopo una decina di minuti, “l’altra gente simpatica” ha già chiamato otto volte la cameriera con un campionario di gesti da zoo e si è dichiarata favorevole alla pena di morte (non per la cameriera). quindi mangiamo.
fuori piove e dopo il conto tutti rovistano nel porta ombrelli alla ricerca del proprio. io, il mio, non lo trovo. ci resto male e rimedio con uno simile: è la solita catena, penso. mentre ci salutiamo sul marciapiede fuori dal locale noto che il mio ombrello ce l’ha il boia con gli orecchini. “scusa – chiedo timidamente – forse per sbaglio hai preso il mio ombrello?”. “può darsi – dice ridendo – il mio era rotto e ne ho preso un altro a caso”. ecco. “lo rivuoi?”. “sì, grazie. me l’hanno regalato a natale e ci tengo come un cane tiene al suo osso”.
personalmente sono contrario alla pena di morte ma d’ora in poi farò un’eccezione per l’amico e la rispettiva fidanzata per i quali sto già allestendo una sedia elettrica di fortuna (alimentata con energie rinnovabili: all’ambiente ci tengo).

funghetti!

sono circondato da gente che si riproduce. amici, colleghi e parenti (qualcuno, ormai, è più in età da nonno/a che da babbo/a). è come dormire dentro un bosco dopo qualche giorno di pioggia: ti svegli e ti accorgi che nella notte è sbucata una miriade di funghi.
condivido la gioia per i nuovi funghetti ma, con una punta di orgoglio, ho deciso di partecipare da protagonista ai festeggiamenti: nel fine settimana, con l’assistenza del professor antinori, metterò in stato interessante il mio migliore amico.

ps: la bellissima immagine è di lorella flamini

odio

mi hanno rotto la serratura di casa. guardo la macchina e ci trovo una nuova saccagnata, sbucata chissà come e non per colpa mia. la primavera per ora mi ha portato in dono solo tre afte in bocca.
è evidente che qualcuno mi odia. siccome amo fare le cose in grande, credo sia dio in persona.

mercoledì 16 marzo 2011

faccio del mio medio

qualche tempo fa ho letto sul “corriere della sera” che negli stati uniti la mezza età comincia ormai in anticipo. per la precisione, intorno ai 35 anni. colpa della crisi economica che sembra stia facendo invecchiare più velocemente la popolazione. che differenza: in italia a quell’età sei un bamboccione. là un vecchio. esci di casa con i calzoni corti e le raccomandazioni della mamma, sali sull’aereo per gli usa e quando scendi ti mettono il catetere.
io penso di essere italo-americano: riesco a fondere le peggiori caratteristiche del bamboccione italiano con la crisi di mezza età d’oltreoceano. in pratica, faccio media: giovane con le cuffiette dell’mp3 e la cintura sgibò; veterano assillato dalle bollette che sogna ancora di segnare in rovesciata a calcetto.

delitto

“la tristezza è il delitto perfetto, fa vittime più della peste e non desta sospetto”
jovanotti, "la porta è aperta"

martedì 15 marzo 2011

trova la differenza

ho rivisto pochi giorni fa “il grande lebowski”. a mio gusto, film mitologico. il dvd mi ha stimolato una riflessione da “settimana enigmistica” del tipo: qual è la differenza tra la mia casa e quella del “drugo”? nessuna, in apparenza. poi mi sono spinto più in profondità, in un processo riflessivo e discensivo “ad latrinam”, come dicevano i latini. e l’ho trovata, la differenza: io abbasso la tavoletta del water. una rarità per un maschio. d’altronde è l’unica superficie piana, non ricoperta da vestiti, sovrastrutture in polvere o confezioni di tramezzini tonno e maionese, sulla quale posso appoggiare le chiappe per allacciarmi le scarpe la mattina.