andiamo avanti, va’.
“quando si parla di cibo,
gli accostamenti non devono mai essere banali. ma fai attenzione: il confine
del buon gusto è facile da oltrepassare”, dice la tizia look&food dalla
tivù.
seguo distrattamente la
lezioncina mentre sto culoseduto sul divano. devo dire che la tizia
look&food sfonda un frigo aperto, perché io con gli accostamenti vado
forte, soprattutto la mattina.
a volte, sbadigliando duro,
abbino i colori di camicia e maglione come nemmeno i tazenda e luca giurato
potrebbero fare. ma questa è un’altra storia.
in cucina ho un nuovo must.
da quando ho scoperto che gli ingredienti si possono frullare, frullo tutto: uova, cardamomo, cavalli e segugi, fantini, ravioli buitoni, polpette ikea e i
miei giganteschi testicoli post elettorali.
addio, fornelli: al loro
posto in cucina ho acceso un mega-frullatore-inceneritore senza fare la
valutazione d’impatto ambientale.
certo, mangiare in
prevalenza pappette e pastoni comporta dei rischi. sto parlando di pigrizia
della dentatura e di una certa voglia di scodinzolare. muterò in un neonato
sdentato, ma di cane.
eppure frullando
l’impossibile gli accostamenti di gusto si esaltano, fidati di me.
bau.
piesse: la tizia look&food della tivù è una
gnocca pazzesca di un metro e ottanta. come se bar refaeli cucinasse. e vedo
che è sposata con un bellone alto più di lei.
siam sempre lì: quando capiranno che se non si riproducono
con gli hobbit senzafamiglia come me la specie non evolverà più?