sabato 29 settembre 2012

giacobbi disperati – la prima classe costa mille lire


venerdì, più o meno le 19.30. sto rientrando dal lavoro. com’è bella la vita stasera.
è quasi l’ora della movida – non per me – e mi ritrovo in tram seduto di fianco a una ragazza, innamorata del proprio cappello, vestita come se dovesse andare ad ammazzare un toro. a parte il tacco 12.
apprezzo che se ne scendano quasi subito alla fermata del gezzcaffè, lei e il suo copricapo.
al suo posto si siede un venditore ambulante. e visto che c’è mi propone qualche spunto dalla sua mercanzia. per non fare la fine di quella volta dell’elefantino, gli dico subito che non mi interessano auspici amorosi o di fertilità.
dopo una trattativa inesistente capitolo e compro un portachiavi con disegnato sopra un piroscafo. dice che porta viaggi.
e sembra quasi che il ghiaccio che abbiamo nel cuore piano piano si possa squagliare.
arrivato a casa mando un messaggio: “io sono bollito, non c’ho mica voglia di uscire”. risposta: “volevo giusto chiederti di rinviare, ci vediamo domani?”.
più uno a me per l’assist al fantacalcio.
accendo la tivù e, prima che riesca a cambiare canale, giacobbo mi svela che il titanic non è affondato per colpa dell’iceberg ma perché speronato da un piroscafo (gesù, il portachiavi). ma non ditelo a di caprio e celine dion: il sequel non lo reggerei.

vai con l’orchestra!

giovedì 20 settembre 2012

diavolo d'un sonno!


ho passioni passeggere e combatto battaglie velleitarie. l’unica costante della mia vita è il sonno.
te lo scrivo sbadigliando, per essere preciso.
e dire che esco da dieci giorni di lactoflorene.
non mi sembra corretto attribuire tutta la colpa al lavoro o all’autunno che si avvicina. e nemmeno maledire la forza di gravità che – però va detto – oggi è più forte di ieri. e ieri era più forte dell’altro ieri. e indietro così fino al 1971.
per mettere in circolo energie mi sono iscritto a yoga. ma non basta. faccio anche il podista: l’altra sera ho inseguito per tutto il monolocale due cimici copulanti che mi sono atterrate di fianco al letto. le ho raggiunte e soffocate nell'atto con lo spray: eros, thanatos e autan. prodigi del vivere in provincia con vista prato. credo siano proprio queste le meraviglie a cui si riferiva totocutugno quando cantava “voglio andare a vivere in campagna, ah aaaaah, ah aaaaah, voglio la rugiada che mi bagna, ah aaaaah, ah aaaaah”.
e pensare che totocutugno non poteva conoscere la mia glamourosa vicina di casa che esce ogni giorno per andare alla messa pettinata come il setter irlandese che la porta in giro. che a sua volta è pettinato come totocutugno. concludi tu il sillogismo, perché io non so cos’è. e poi vado di fretta, che ho voglia di ammazzare quattro zanzare e leggere un po’ prima della pennica pomeridiana.
mi sono appena abbonato alla rivista degli esorcisti polacchi: sessantadue pagine buone per scacciare i tafani (guarda che ‘sto giornale esiste davvero, miscredente).
mi farò fare un esorcismo anch’io per vedere se mi passa il sonno.

piesse – il post qua sopra sarebbe da leggere in pigiama, se lo usi. io no. io dormo coperto solo da una goccia di chanel numero cinque come marilyn manson. volevo scrivere monroe.
dai, non è vero: di solito uso il neutro roberts e metto i boxer con la scritta “handle with care” che vendono nei migliori reparti di urologia.

altro piesse – questo è “il dormiglione” più grande che c’è:

martedì 11 settembre 2012

settembre, propositi disperati


scendere il colletto della polo a quelli che lo portano voltato all’insù.
riconciliarmi con la lingua italiana: differenze tra transitivo e intransitivo.
riconciliarmi con la lingua: limonare a caso almeno due volte la settimana.
lanciare una colletta onlain per comprare un paio di scarpe a biagio antonacci.
occultare il ricavato della colletta onlain e trasferirlo su conto sfizzero (per le forze dell’ordine che mi leggono: “operazione infradito”).
fingere una conversione mistica e partecipare a una lavanda dei piedi con acqua incensata in abbazia, che quando tolgo le tiger d’estate mi faccio paura da me (forse c’ha ragione antonacci).
rassegnarmi all’idea che nella mia cucina un caffè non bruciato non fa primavera.
alternare agli eccessi da zitello-nutello lo yogurt magro del penitente.
vuotare il cestino del computer senza farmi mille menate.
trovare un nuovo lavoro lontano almeno due-viaggi-star-trek dalla scrivania immonda della mia capa: solo gli uccelli migratori e gli impiegati dell’inps fanno le stesse cose per più di tre anni di fila.
poter dire anch’io almeno una volta: “maronna, ch’aggio cumbinato”. ma non facendo mai inchini la vedo dura. 

piesse: puoi contribuire anche tu alla rubrica “propositi disperati” aggiungendo i tuoi qui sotto. ma ti avviso che intendimenti tipo “leggere cinquanta sfumature di grigio”, “iscrivermi a un corso di latinoamericano” o “preparare il merluzzo come antonella clerici” verranno subito cestinati. e poi vuoto pure il cestino.
senza offesa.

sabato 1 settembre 2012

fornelli disperati – zitello nutello


in cinque anni di onorata militanza nel monolocale mi sono dato una sola regola: mai comprare la nutella. non ho nulla contro il signor ferrero. però ho sempre rifiutato d’immaginarmi, sedotto e abbandonato, a badilare in un barattolo della prelibatezza.
come dice una mia concubina, cominci con la nutella e finisci coi bigodini a piangere canzoni di tiziano ferro. io sono un casalingo più o meno disperato non una briggegions con il gambo.
invece questa settimana l’ho comprata, la nutella. e la sto aggredendo con la cazzuola. devo essere brutto da vedere quando entro in azione. per dire, oggi avevo mal di testa e sulla scatola dell’oki ho trovato tracce marroni: chissà che cos’ho combinato l’altra notte quando, mezzo sonnambulo, m’è venuto il nutell-attack sotto le stelle.
d’altra parte i tabù sono fatti per essere abbattuti e la specie umana è in continua evoluzione, con l’eccezione degli svizzeri e dei motivatori che fanno camminare dei posseduti sui carboni ardenti (www.youtube.com/watch?v=utylovs2qd8).
c’entra un tubo ma volevo dirti che questa estate ho abbattuto un altro tabù: dopo anni a sbeffeggiare la guida “i cento laghi della val cornazza”, alla quale ho sempre preferito “le cento cime della val cornazza”, mi sono sorpreso a consultarla con interesse. questioni di età che avanza.
so che tra dieci anni estrarrò dalla libreria la guida “le cento sale da the della val cornazza”. poi mi restano “i cento cateteri della val cornazza”.

ah, volendo c’è anche il barattolone: www.youtube.com/watch?v=qsjpzmriwck