mercoledì 19 febbraio 2014

conversazione


si dice che da vicino nessuno è normale. ecco, cervellobacato è uno che non è normale nemmeno da lontano. lo seguo da un po' perché mi piace chi schiaccia il pedale sulla fantasia.
ci siamo incrociati nella rete, una rete piena di pesci che entrano ed escono quando gli pare, lui prendendo l'onda con lo snowboard (che hai voglia a spiegargli che non è un surf), io galleggiando su una botte di citrosodina.
ed è saltata fuori questa conversazione.

lunedì 10 febbraio 2014

se non dormo, mordo (il prosciutto)


il mio nuovo vicino di casa ha un cane che “certe notti fa un po’ di cagnara”, roba da castrare il suo padrone, ma senza anestesia. l'alternativa è farlo sfogare con alfredo, il mio gatto.
una di queste sere gli parlo: “alfredo, siediti un momento. è meglio che lo pigli in culo tu stasera, o che non dormo io tutto la vita?”.
quando parte l’ululato del cerbero condominiale, mi sveglio e il sonno se ne va’.
di solito accendo la tivù per ingannare la sinfonia.
ma il panorama dal piccolo schermo è desolante: il tamburello su raisport, l'899 “ascolta e godi” su telecity e le repliche di bonolis che mi braccano da diverse frequenze.
rischio di comprare un comò su telemarket, poi trovo rifugio su rainews.
primo servizio: indagato per tangenti, il direttore dell'agenzia spaziale italiana tenta la fuga. i carabinieri lo arrestano al confine con marte.
seconda notizia: il cadavere di una donna uccisa a milano trasportato fino a venezia in una valigia. pensa se non avessero inventato il trolley. avviso di garanzia al signor samsonite.
la cronaca, peraltro, mi fa venire una fame frenetica, specie la notte.
allora mi alzo, agguanto dei resti di pane e li abbino con del cioccolato al gianduia.
poi finisco delle patate arrosto avanzate a cena.
seguono alcune fette di prosciutto.
il tutto annaffiato dal suo bel chinotto san pellegrino.
caffè.
coperto (2 euro, e non c’è nemmeno la tovaglia di stoffa, dico).
sigla finale del tiggì delle tre.
coperta.
se stanotte la belva dietro la parete ulula di nuovo, e alfredo proprio non se la sente, tiro fuori il mio sassofono e rispondo a tono.