venerdì 24 maggio 2013

no gas, no post


alcuni motivi per cui sto scrivendo poco:

ti invito a sollevare verticalmente la tastiera del computer e a picchiettarla sulla scrivania. apprezza quindi il profluvio di immondizie che ne discenderà.
fino a quando non passa la derattizzazione, io le mani su ‘sta roba non le rimetto.

potrei aggiornare il blog dal cellulare, dici? devo deluderti: possiedo un telefonino sottratto indebitamente al museo della scienza e della tecnica “leonardo da vinci” di milano.

di giorno muoio di sonno, altro che scrivere post.
infatti, visti i recenti episodi di cronaca, sto prendendo lezioni notturne di autodifesa per corrispondenza (sciabola, machete e piccone: scuola radioelettra).
♪♪ e le gran dame a corte m’invidiano perché anche nel duello l’eleganza c’è ♪♪

e poi si sa, molti post sono figli del mal di pancia. io da qualche tempo m’incazzo di meno, e di meno scrivo: lontani i giorni livorosi in cui mi scattarono questa bella foto davanti alla toilette occupata.
tutto merito del “no gas giuliani”. 

venerdì 10 maggio 2013

solo come il bosone di higgs: una storia vera di pioggia, calze e molto muco


ho il raffreddore.
questa mattina lo specchio riflette una cera giallo-grigia degna della mummia di kim-jong-li, il leader coreano imbalsamato nel 2011.
(starnuto).
potrei sfruttare il bel ittero asiatico per fare la guest star alla festa della samsung. oppure puntare i missili verso la mia capa. o mangiare l’amato volpino della sua nipotina con riso bollito e, esageriamo, salsa di rafano.
(starnuto e scarnoffiata abbondante).
porto in dote tutto questo muco perché lunedì mattina ho lavorato a piedi scalzi. no, non sono michael franti che non mette le scarpe dal 2000 (un grande). più semplicemente sono stato alluvionato nel tragitto dal tram all’ufficio: trecento metri di corsa sotto uno tsunami alla milanese, di quelli che l’ombrellino – omaggio della farmacia ai clienti con fidelity card citrosodina – ti tiene asciutta giusto la parrucca.
risultato: calze e pantaloni da strizzare e scarpe infangate come il piccolo fiammiferaio. 
per fortuna, in ufficio certi giorni sono solo come il bosone di higgs. e così è andata lunedì.
(starnuto con sibilo).
non ti dico lo svacco: alle undici e trenta ho fatto pausa passeggiando intorno al server a piedi nudi, l’aria da ribaldo, i calzoni arrotolati alla zuava, il caffè nella sinistra, la brioscia nella destra, fischiettando “singhin in de rein”.
(doppio starnuto a mitraglietta con lacrimata).
(e fazzolettini finiti).
(imprecazione robusta).
(non ho ancora svuotato la lavatrice di lunedì: in supplenza dei fazzolettini potrei usare una calza umidiccia).

piesse: non scrivevo post da un po’. d’altra parte mica mi pagano. e poi i festeggiamenti per i cinque anni del blog si sono protratti per due settimane tipo matrimonio tribale africano (nella foto sono quello con le all star).