venerdì 28 dicembre 2012

rottamami a capodanno


a me la tiritera dello spumante, dei trenini stile “canale italia” e delle lenticchie m’aveva sfiancato già quando avevo 18 anni (portati male). figurati adesso che ne ho fatti 41 e c’ho il mal di gola da tre giorni.
chiamate renzi, voglio essere rottamato a capodanno insieme al mio blog.
quest’anno all’ultimo vado al cinema: magari un bell’hobbit proprio a cavallo della mezzanotte e passa la paura.
comunque, se a differenza mia festeggi il 31 buttandoti nel vortice sensuale delle danze, metti la musica giusta. tipo il regghe. tipo il fanchi.
(sì, c’è conflitto d’interessi: tra gli sciamannati del video ci suona un mio consanguineo. fate la legge sul conflitto d’interessi e tolgo il link).

e buon anno a tutti

lunedì 17 dicembre 2012

rob de ciod come aperitivo. con sondaggio


rob de ciod*.
ricevo questo sms da un esemplare femmina, 38 anni, con laurea: “ke dici se paxaxi per ape domani 19+30? devo già exere zona tuo office 18+30. c 6?”
rispondo: “vuoi invitarmi a bere un aperitivo o farmi la supercazzola**? nel primo caso prendo un tarapìa tapiòco. nel secondo anche”.
ti chiedi ancora perché esco sempre con gli altri due scappati di casa? l’alternativa è farsi venire la caipi-rogna già all’aperitivo.

* letteralmente “cose da chiodi” (cose da pazzi).
come si dice dalle tue parti “rob de ciod”? alle prime dieci risposte una caipi-rogna in omaggio. buffet libero, fatto avariare da me in persona. la toilette è in fondo al corridoio. sì, ma falla seduto invece di spruzzare dappertutto: siamo mica ai bagni dell’autopista. 

venerdì 7 dicembre 2012

“e c’è sempre un gran sole a sorprenderci”


se il lavoro mi soffoca e là fuori c’è pioggia, ripenso alla signora marta. me lo sono imposto come un mantra quello di ripensare alla signora marta.
per cent’anni, tutti i giorni a disinfettare gabinetti, a far bollire pentoloni di spaghetti per tre adulti e dodici bambini e a pulire il culo di figli non suoi. e sempre con quel borbottante buonumore.
l’ho vista l’ultima volta quindici anni fa: era un venerdì e io me ne andavo da quella comunità dopo un anno di servizio civile e di civili lezioni di borbottante buonumore.
pioveva. salutandomi, mi disse sorridendo che le piaceva il sole e non le sembrava giusto congedarci in un giorno di pioggia.
ricordo che mi sono chiuso la porta della comunità alle spalle e ho fatto le scale di corsa per arrivare il prima possibile alla macchina. poi mi sono seduto al volante e finalmente sono scoppiato a piangere.
ieri, che pioveva forte, ho saputo che la signora marta se ne è andata. ho rivisto il suo borbottante buonumore, pensando al mio comodo lavoro e all’incalcolabile fortuna di dover pulire solo il gabinetto di casa mia.
questa mattina c’era un gran sole a sorprenderci.  

(“terra degli uomini”, lorenzo jovanotti)