venerdì, più o meno le
19.30. sto rientrando dal lavoro. com’è
bella la vita stasera.
è quasi l’ora della movida –
non per me – e mi ritrovo in tram seduto di fianco a una ragazza, innamorata del proprio cappello, vestita
come se dovesse andare ad ammazzare un toro. a parte il tacco 12.
apprezzo che
se ne scendano quasi subito alla fermata del gezzcaffè, lei e il suo copricapo.
al suo posto si siede un
venditore ambulante. e visto che c’è mi propone qualche spunto dalla sua
mercanzia. per non fare la fine di quella volta dell’elefantino, gli dico subito che non mi interessano auspici amorosi
o di fertilità.
dopo una trattativa
inesistente capitolo e compro un portachiavi con disegnato sopra un piroscafo.
dice che porta viaggi.
e sembra quasi che il ghiaccio che abbiamo nel cuore
piano piano si possa squagliare.
arrivato a casa mando un
messaggio: “io sono bollito, non c’ho mica voglia di uscire”. risposta: “volevo
giusto chiederti di rinviare, ci vediamo domani?”.
più uno a me per l’assist al
fantacalcio.
accendo la tivù e, prima che
riesca a cambiare canale, giacobbo mi svela che il titanic non è affondato per
colpa dell’iceberg ma perché speronato da un piroscafo (gesù, il portachiavi).
ma non ditelo a di caprio e celine dion: il sequel non lo reggerei.
vai con
l’orchestra!